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venerdì, Aprile 26, 2024
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Agguato nel Napoletano. L’annuncio choc del parroco durante la messa: «Abbiamo saputo di un omicidio»

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«Abbiamo appena saputo di un omicidio avvenuto poco fa in via Pietro Nenni, mentre sisvolgeva la processione». Sono le terribili parole proferite attorno alle 20 di ieri sera da don Ciro Tufo, parroco della chiesa di San Giacomo Apostolo. Tocca a lui, proprio durante la parte finale delle celebrazioni per il Corpus Domini, avvertire dell’agguato in cui è rimasto vittima soltanto pochi minuti prima Ferdinando Pecchia, idraulico di 40 anni, freddato all’interno del Bar Rumba di via Pietro Nenni al confine con il territorio di Marano.

Secondo una prima ricostruzione della dinamica dei fatti – riporta il Roma -, Pecchia, residente in via San Pietro, era intento a giocare alle slot machine quando un uomo, dal volto coperto da un casco,si sarebbe avvicinato all’idraulico e avrebbe esplosoai suoi indirizzi in tutto 4 colpi di pistola non la-sciandogli scampo. «Ci siamo letteralmente pietrificati. Il sangue nelle vene si è raggelato, non riuscivamo più a parlare. In chiesa è calato un silenzio prolungato. Non potevamo crederci che don Ciro avessedato quest’annuncio dall’altare», ci confermano alcuni fedeli che avevano preso parte alla processionetra le strade della cittadina svoltasi qualche ora prima, con tanto di fuochi di artificio finali.

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Tra i presenti in chiesa, per un crudele scherzo del destino, anche la mamma di Ferdinando Pecchia, la signora Angelina. Lì per lì non crede si possa trattare del figlio. Ma poco dopo la donna conoscerà la terribile verità: a cadere sotto i colpi dei killer è proprio suo figlio Ferdinando. Ad avvertire la signora Angelina è una parente, precipitatasi in chiesa. Alla mamma della vittima non viene detto se il figlio sia vivo o morto. In realtà, quando viene a conoscenza dell’agguato, per Ferdinando già non c’è più nulla da fare. Angelina e i suoi parenti corrono in via Nenni per capire cosa sia successo. Ma lo strazio è così forte, che poco dopo viene portata via per risparmiarle l’orribile visione del figlio crivellato di colpi.

Chi conosceva, anche solo di vista, Ferdinando Pecchia non riesce a capacitars idel perché il 40enne sia stato ammazzato con 4 colpidi pistola. «Per quanto ne sappiamo sia lui che la famiglia sono sempre state persone a modo, che non hanno mai avuto né creato nessun problema», giurano i conoscenti. Ma le domande inevase restano: perché Fernando Pecchia è stato ucciso? Chi poteva volere la sua morte visto che non aveva un background criminale? Aveva “sgarrato’’ con qualcuno e per questo è stato punito? Una vendetta trasversale come già in altre occasioni è accaduto? O un errore di persona?A scoprirlo saranno le indagini seguite dai carabinieri della Compagnia di Giugliano guidata dal capitano Antonio De Lise, giunti sul posto unitamente ai militari dell’Arma della stazione di Calvizzano diretta dalMaresciallo Carmelo Firetto, il Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e gli uomini della Scientifica.

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