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venerdì, Aprile 26, 2024
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«Ora comandiamo noi, cacciate i soldi e fate i bravi». La rapina al distributore di benzina realizzata da ‘quelli del rione’

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«Siamo quelli del Rione, a Volla ora comandiamo noi. Fate i bravi». Frasi e parole che, secondo quanto raccontarono le vittime alle forze dell’ordine, accompagnarono l’arrivo e la fuga dei tre rapinatori entrati in azione a Volla il 26 marzo dell’anno scorso per portare via l’incasso da un distributore di carburanti. E’ evidente che veniva evocata la presunta appartenenza a un clan con base al Rione De Gasperi a Ponticelli, zona confinante con la cittadina vesuviana. All’appello con la giustizia mancava Carlo Caccavale, 46enne napoletano di Ponticelli, arrestato all’alba l’altro giorno. È accusato, insieme a due complici (tutti naturalmente da considerare innocenti fino a eventuale condanna definitiva) di aver rapinato il titolare di una stazione di servizio.
Sono stati i carabinieri di Volla a stringergli le manette intorno ai polsi, rintracciandolo a San Pie-tro a Patierno per poi condurlo alla caserma e notificargli il provvedimento restrittivo: un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea.
Secondo l’accusa è il terzo autore della rapina commessa circa un anno fa. Le indagini sono andate avanti partendo dalle immagini della videosorveglianza, che però non erano chiare e quindi è stato complesso identificare i responsabili. Uno alla volta però, sono stati assicurati alla giustizia. Quella sera, secondo la ricostruzione della procura, sulla base degli accertamenti compiuti dai militari dell’Arma, tre rapinatori armati di pistola fecero irruzione nell’ufficio della stazione di servizio carburanti, asserendo di essere emissari «del Rione» e aggiungendo che a Volla «comandiamo noi». Evocando, quindi, l’appartenenza a un clan attivo nell’area orientale di Napoli, esortando il proprietario «a fare il bravo»: cioè a non opporre resistenza e a consegnare quanto c’era in quel momento in cassa:3.000 euro circa – si legge su Il Roma – Naturalmente resta da dimostrazione l’eventuale affiliazione di Carlo Caccavale e dei complici già finiti nella rete di inquirenti e investigatori, che non risulta a leggere i precedenti e le informative sulla composizione delle cosche di camorra.

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