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domenica, Aprile 28, 2024
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DISASTRO AMBIENTALE: APERTA LA FOCE DEL LAGO PATRIA

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Naso tappato, dita incrociate e che il dio delle correnti aiuti il litorale domitio. Le spiagge più famose del Giuglianese rischiano un violento inquinamento “forzato”. Ieri mattina all’alba sono infatti tornate le ruspe abusive sulle sponde del Lago Patria. Le escavatrici hanno completamente rimosso la sabbia che ostruiva la foce dello specchio d’acqua. Tonnellate di acqua nerastra stanno ora defluendo dal bacino in mare. E’ alto il rischio di una catastrofe senza precedenti. Fortunatamente la corrente sta disperdendo a largo la marea nera proveniente dal lago. Ma le correnti cambiano e per le spiagge del litorale l’allarme è alto. I balneari hanno annunciato un esposto alla Procura della Repubblica.

I lavori alla foce del Lago Patria, privi di alcuna autorizzazione , erano cominciati lunedì mattina. Il pronto intervento dell’Arpac e dei carabinieri della compagnia di Giugliano aveva messo in fuga gli escavatori. Sono tornati, ieri. Il lavoro sporco l’hanno portato a termine tutto. Attualmente non è possibile rispondere a nessun interrogativo. Perché far sfociare in mare le acque del lago? Perché aprire la foce? Probabile che le ruspe abbiano lavorato per la realizzazione di uno scalo abusivo per barche. Ma è solo un’ipotesi. A rischio è la qualità, già pesantemente compromessa, delle acque antistanti il litorale domitio. Il Lago Patria, dal quale stanno confluendo in mare tonnellate di liquido nero, è profondamente inquinato: le sue acque sono appestate dagli scarichi fognari abusivi di ville, alberghi e parchi altrettanto abusivi. Analisi di laboratorio hanno più volte accertato la presenza minacciosa di pesticidi, piombo, mercurio, alga tossica e finanche di un vibrione colerico. Nonostante, sulla carta, sia una riserva naturale. Depuratori vecchi, progetti per il risanamento che spariscono nel nulla, fogne che finiscono direttamente nel bacino, scarichi industriali incontrollati, abusivismo scatenato. Cinque ingredienti di una miscela che, con l’andar del tempo, ha finito per avvelenare il più grande lago della Regione e ne stanno minacciando addirittura la sopravvivenza. Ora il Lago Patria rischia di avvelenare il mare. Da Pozzuoli a Castelvolturno. Si vorrebbe, con la forza dell’ immaginazione, rallentare il correre liscio e veloce dell’ acqua, ritardarlo, guadagnare tempo affinché, con qualche miracoloso intervento, si potesse diluire quel liquido nero e minaccioso, eliminarlo o renderlo, forse, inoffensivo. Per gli operatori turistici sono guai su guai. I balneari si apprestano infatti a chiudere il periodo di massima attività con un bilancio poco lusinghiero. I timidi segni di ripresa registrati in questo fine agosto non sono bastati a contrastare il crollo delle presenze registrato in alta stagione, causa maltempo, in numerosi centri di villeggiatura. Nemmeno il “tutto esaurito” di Ferragosto servirà a ripianare i conti, con un calo degli affari che rasenta il quaranta per cento. L’episodio di Lago Patria “rischia di rendere non balneabili per lungo tempo il litorale domizio”. A parlare è Adolfo Masullo, vicepresidente nazionale Fiba-Confesercenti e presidente regionale di Assoturismo. “E’ un fatto assurdo – ha dichiarato Masullo – manomettendo la foce del lago si è provocato l’afflusso in mare di migliaia di tonnellate di rifiuti e detriti presenti in grande concentrazione nello specchio d’acqua: il fatto contribuisce ad aggravare la situazione già poco rosea degli stabilimenti”. Fiba-Confesercenti e la Sib Confcommercio presenteranno oggi una denuncia ai carabinieri. Gli ex consiglieri del Prc Antonio Poziello e Tilde Adamo invocano “l’intervento urgente del commissario prefettizio di Giugliano, Bruno Pezzuto, per il risanamento e la bonifica del Lago e dei suoi numerosi alvei”. Sono anni ormai che ruscelli e rigagnoli che si scaricano nel lago vengono utilizzati come mondezzai : le sponde dello specchio d’acqua sono ridotte a un’immensa pattumiera a cielo aperto.

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