24.6 C
Napoli
giovedì, Luglio 4, 2024
PUBBLICITÀ

TREDICENNE UCCISO, I SENZA CASCO SFIDANO LA POLIZIA

PUBBLICITÀ

Il giovane agente indagato per eccesso colposo di legittima difesa. E’ stato già ascoltato dal pm: «Non volevo ammazzare»
Napoli, i “senza casco” sfidano la polizia
Il baby rapinatore ucciso, a decine in corteo. Ciampi alla famiglia: «Una cosa tremenda»





NAPOLI – «La morte di quel ragazzo è stata una cosa tremenda. Non ho parole per definirla. Era poi un ragazzo di 13 anni… E’ una tragedia anche per chi ha sparato». Il presidente Carlo Azeglio Ciampi ha appena finito di vedere al teatro Augusteo di Napoli il primo atto di “Scugnizzi” e il riferimento all’uccisione di Salvatore Di Matteo che si è consumata 24 ore prima, a meno di quattro chilometri dal teatro, allo svincolo del rione Scampia, è inevitabile.
Salvatore era uno “scugnizzo” di 13 anni e aveva il padre in carcere a Lodi per rapina. Sabato sera è morto da rapinatore: in sella a una moto rubata, lui e Thomas, 17 anni, brandendo una pistola risultata poi un giocattolo, hanno minacciato un altro motociclista. Volevano la sua moto, ma l’uomo era un poliziotto in borghese, Salvatore, 19 anni, che ha tirato fuori la sua calibro nove e ha sparato un colpo; Salvatore Di Matteo, alla guida, è stato colpito al petto, il compagno al braccio. La loro fuga si è conclusa poche centinaia di metri più avanti, allo svincolo del rione Scampia, dove i due ragazzi abitavano. Salvatore è morto in una pozza di sangue; Thomas è piantonato all’ospedale di Giugliano con l’accusa di tentata rapina a mano armata.
E ieri sull’”Asse mediano”, la superstrada dove il ragazzo è morto, hanno sfilato in moto, tutti rigorosamente senza casco, gli amici di Salvatore e Thomas. E la madre di Salvatore, Lina, che abita al quarto piano di un palazzone, a poche centinaia di metri, accusa: «E’ il poliziotto che ha inseguito i ragazzi, perché non avevano il casco, altro che rapina. Io voglio giustizia, il magistrato me la deve dare, voglio sapere perché mio figlio è morto».
Poi lo sfogo della donna: «Sì, il padre di Salvatore è in carcere per rapina. Da lui ho divorziato; ma perché le sue colpe devono ricadere su mio figlio? Era un bravo ragazzo, non ha mai avuto una denuncia. Proprio ieri (sabato, ndr.) è stato tutto il giorno qui in casa con me…». Stringe tra le mani la foto del figlio e aggiunge: «Andava a scuola e frequentava un corso per barman. Non era un ragazzo di strada. Mi pento solo di non avergli comprato il motorino, forse l’avrei salvato…».
Salvatore, il poliziotto ausiliario di 19 anni, che ha sparato al ragazzo, ieri è stato interrogato per un’ora e mezza dal sostituto Monica Campese. E’ indagato per eccesso colposo di legittima difesa. «Ieri sera – ha raccontato la pm – mi stavo recando all’Euromercato di Casoria quando sono stato affiancato da due giovani in sella a un Piaggio Beverly che mi hanno minacciato con una pistola, chiedendo di consegnare la mia moto». Il poliziotto ha cercato di scappare, ma quando ha sentito che uno dei due ragazzi gridava “spara, spara”, ha estratto la sua pistola e ha esploso un colpo, dall’alto verso il basso. I due rapinatori, entrambi feriti, sono poi fuggiti: Salvatore è morto poco dopo, Thomas (la madre è nata nel Galles e il padre è napoletano), ieri è stato dimesso dall’ospedale e affidato al centro di prima accoglienza dei Colli Aminei.
La mamma della vittima, Lina, ripete: «Io sono arrivata che Salvatore era ancora vivo. Rantolava. Perché è rimasto otto minuti per terra? Gli hanno messo una flebo, ma perché non l’hanno portato via subito?».
I vicini di casa accusano la polizia: «E’ prevenuta nei nostri confronti; pensano che tutti i ragazzi che abitano qui siano dei delinquenti».
Il difensore dell’agente, l’avvocato Angelo Pisani, dice: «Si è trattata di una reazione proporzionata e imposta dalla necessità di difendere la propria vita. Sia il poliziotto sia lo sfortunato minorenne sono vittime di questa tragedia».
Sulla vicenda interviene anche la madre di Mario Castellano, il ragazzo di 17 anni ucciso da un poliziotto tre anni fa perché non si era fermato all’alt. «Occorre reprimere la criminalità – dice Patrizia Battimelli – ma non facciamolo solo con le armi. Aiutiamo questi ragazzi a crescere, diamo una mano a chi non ha un lavoro, a chi non va più a scuola, non facciamo solo repressione».
A difesa dell’agente si scherano i colleghi del Sap (Sindacato autonomo di polizia): «L’indagine aperta dalla procura di Napoli dimostra che il rischio di essere incriminati per aver fatto il proprio dovere è assolutamente concreto».

PUBBLICITÀ

ANTONIO DE FLORIO – Il Messagero 6 gennaio 2002

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Torna la paura a Fuorigrotta, colpi di pisola esplosi in strada

Oggi pomeriggio poco dopo le ore 19 è stata segnalata l’esplosione di colpi d’arma da fuoco in via Leopardi,...

Nella stessa categoria

PUBBLICITÀ