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TREDICENNE UCCISO: POLIZIOTTO INDAGATO DA PROCURA DI NAPOLI

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(ANSA) – NAPOLI, 5 GEN – Non ha ancora 20 anni, Salvatore T., ed è un agente ausiliario – doveva confermare l’arruolamento in questi giorni – in servizio in provincia di Napoli ora indagato per l’omicidio del tredicenne che aveva tentato di rapinargli il motorino. “Sono dispiaciuto, sono affranto, non credevo di aver ucciso quel ragazzo”. Poche parole prima di entrare negli uffici della procura di Napoli dove per un’ora e mezza ha fornito la sua versione dei fatti al pm Monica Campese sulla tentata rapina di ieri sera a Scampia finita in tragedia con la morte di Salvatore D.M., il rapinatore di tredici anni. L’agente di polizia è indagato per eccesso colposo di difesa, una ipotesi di reato che potrebbe essere tramutata anche in omicidio colposo dalla procura. Indagato per tentata rapina aggravata è invece Thomas, il diciassettenne ricoverato nell’ospedale San Giuliano di Giugliano che era sul motorino insieme con Salvatore. Il poliziotto ha spiegato al pm che ieri sera si stava recando all’Euromercato di Casoria per acquistare una videocassetta e trascorrere una serata a casa – vive con i genitori in provincia di Napoli – insieme con la sua fidanzata. Assistito dai suoi legali, gli avvocati Angelo e Sergio Pisani, Salvatore T. non si è avvalso della facoltà di non rispondere ed ha preferito ricostruire la sua versione dei fatti “per poter chiarire tutto”. Il poliziotto ha spiegato al magistrato di essersi trovato il motorino con a bordo i due rapinatori alle spalle (un Piaggio Beverly che non risulta rubato, ndr) del suo ciclomotore. “Quei due si sono affiancati alla mia moto (un Piaggio Liberty, ndr) – ha spiegato Salvatore T. – e quello seduto dietro ha tirato fuori una pistola e mi ha detto di fermarmi e di lasciare il motorino”. Il poliziotto ha raccontato al pm di aver frenato il mezzo e di aver cercato di invertire il senso di marcia “per poter raggiungere una zona meno isolata”. I due rapinatori, secondo la versione fornita dall’agente, avrebbero fatto la sua stessa manovra e in quel momento, il diciassettenne ha puntato la pistola mentre Salvatore D.M. avrebbe urlato al suo amico “Sparagli, sparagli”. L’agente di polizia ha spiegato al magistrato di essersi sentito in imminente pericolo di vita, di aver estratto la sua pistola e di aver esploso un solo colpo dall’alto verso il basso. I due giovani poi si sono allontanati dal luogo della tentata rapina e successivamente l’agente ha avvertito il 113, spiegando ai colleghi di aver sparato un colpo di pistola. L’autopsia, che dovrebbe essere effettuata al più tardi domani, e i rilievi balistici – che saranno probabilmente disposti dal magistrato nei prossimi giorni – dovranno chiarire la dinamica della vicenda. Secondo i suoi legali, il poliziotto è stato minacciato di morte dai parenti del tredicenne ucciso e probabilmente l’agente potrebbe essere trasferito. “Sia il poliziotto che quel ragazzo – ha detto l’avvocato Angelo Pisani – sono entrambi vittime della società in cui viviamo: l’agente di polizia per un rimorso che porterà sempre con sé, e naturalmente quel ragazzino vittima di una tragica bravata”.


(ANSA). FL-GUI
05/01/2003 14:16

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