Quando lo spettacolo del calcio va al di là di ogni rivalità, allora è il momento in cui tutti dovrebbero chinare la testa, di fronte a tanta emozione ed applaudire. E’ il caso di Roma-Napoli dove la manifestazione sportiva, ha vinto, magari relativamente, o per lo meno celato, il grande dissidio tra le due tifoserie.
Olimpico aperto ai soli 27mila abbonati giallorossi, sulle gradinate non vi è traccia d’azzurro, a parte uno striscione, pieno d’amore, che recita semplicemente “forza Napoli”. E’ comunque una sconfitta per il pallone.
Dopo la sosta, la Roma di Spalletti vuole dare seguito alla sua striscia positiva, apertasi con la trasferta vittoriosa di Parma. Curci in porta sostituisce l’acciaccato Doni, in difesa Cicinho, Mexes, Ferrari e Tonetto, a centrocampo la diga De Rossi-Pizzarro sostiene il trio Giuly-Perrotta-Mancini, in avanti Totti. Per il Napoli, dopo il k.o. con l’Inter è tempo di riscatto, Reya non rinuncia alle sue teorie tattiche e manda in campo i 9/11 di Milano, Cupi rileva Contini in difesa mentre a centrocampo Blasi rientra dalla squalifica e Bogliacino ritorna in panchina.
La Roma non dà punti di riferimento; quella di Spalletti è squadra spavalda, che gioca a viso aperto, e si sa. Del Napoli si sa un po’ meno, di Reya si dice che è un difensivista, ma la sua squadra non si tira mai in dietro e guarda diritto negli occhi il suo avversario. Parte di gran carriera ed al primo affondo va in vantaggio: è il 2’ quando un cross dalla destra trova la sponda di Zalayeta, Lavezzi controlla e con un gran destro fredda la Roma. Poi gli azzurri iniziano a soffrire i padroni di casa, in contropiede non pungono e la Roma fa la partita. La difesa partenopea è un bunker e di lì non si passa. Iniziano i tiri da fuori, ci provano Pizarro, Totti e De Rossi ma senza fortuna. Poi alla mezz’ora l’episodio che può cambiare le sorti di un match: Totti lancia Pizarro in area, Cannavaro lo stende, il rigore è indiscutibile ed il capitano romanista trasforma. La Roma si scatena, e dopo dieci minuti già raddoppia, il bolide dal limite di Totti trova la respinta corta di Iezzo, il tapin di Perrotta vale il 2-1.
Nella ripresa ti aspetti la risposta del Napoli, ma forse non così presto. Non passa nemmeno un minuto,infatti, e gli azzurri pareggiano: Savini crossa dalla sinistra dopo una buona combinazione, il pallone danza nell’area ed Hamsyk non perdona con una botta nell’angolino. Il Napoli è galvanizzato e dopo cinque minuti sempre Hamsyk sfiora il clamoroso vantaggio con un tiro da fuori che lambisce il palo alla destra di Curci. Passa un minuto, e la Roma imprevedibilmente ritorna in vantaggio, è il 7’ quando De Rossi conclude da lontano, il tiro sembra avere poche pretese, ma Iezzo sceglie male il tempo della presa e la rete alle sue spalle si gonfia,3 a 2.
Il Napoli non ci sta e contrattacca; Walter Aleandro Gàrgano, passato a Napoli quest’estate dal Danubio, si è fatto notare per la sua gran corsa e per il suo spirito di sacrificio, al 19’ della ripresa si scopre che ha anche un gran tiro che beffa Curci da 25 metri. Spalletti dà freschezza alla sua squadra inserendo Vucinic per Mancini, ma il Napoli in questa fase è irresistibile. Al 21’lo spunto di Lavezzi è da brividi, l’argentino supera in area Mexes di testa e tira secco, la traversa respinge. Al 32’ Contini prende il posto di uno strepitoso Cupi, ma al 35’ la Roma fa 4-3. Pizarro su punizione dalla trequarti tira verso la porta, la deviazione sfortunata di Garics spiazza Iezzo. Napoli in ginocchio? Macchè! La squadra di Edy Reya ha un gran carattere e non tira i remi in barca, entra Calaiò per Savini, al 39’ la punizione dalla destra di Hamsyk trova la testa imponente di Za
Una partita che testimonia la grinta ed il coraggio di questo Napoli che per tre volte in svantaggio è riuscito a rimontare giocando alla pari contro la Roma; a detta di tutti la squadra che pratica il calcio più bello d’Italia.
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