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venerdì, Aprile 26, 2024
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Alessia Cinquegrana, stilista trans oltre i pregiudizi: “Vi presento la mia linea di abiti da sposa”

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Il mondo, là fuori, non è un posto facile per una ragazza trans“. Comincia così la chiacchierata con Alessia Cinquegrana, 35enne stilista trans di successo che oggi realizza un suo grande sogno: presentare una linea di abiti da sposa. Ma per arrivare a questo traguardo, la strada è stata lunga e piena di ostacoli.
Ma facciamo un passo indietro, e torniamo al giorno in cui Alessia e la sua storia arrivarono alla ribalta nazionale: il 27 aprile 2017, quando sposa Michele, il compagno di una vita. Un sogno a lungo inseguito e finalmente coronato, importante tappa nella lotta della comunità Lgbt. Quello tra Alessia e Michele fu infatti il primo matrimonio in Italia di una donna trans.

Ci fu un boom mediatico incredibile, eravamo sulla bocca di tutti. Ma presto tutta l’attenzione è andata a scemare, e mi sono sentita messa da parte. Ho combattuto tanto per arrivare al nostro giorno, ne ho subite di umiliazioni“.

Chi è oggi, Alessia Cinquegrana?

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Mi sono dedicata a un piccolo negozio che ho aperto ad Aversa, la città in cui sono nata e cresciuta, e mi sono poi sposata. Fin da piccola sono sempre stata appassionata del mondo dei matrimoni e degli abiti da sposa. Crescendo, ho deciso di trasformare la mia passione in lavoro, e ho trasformato la mia attività in un atelier, affiancandomi a professionisti del settore. Non nasco come stilista, ho l’umiltà di ammetterlo. Però so che Dio mi ha dato il dono della creatività: l’arte è ciò in cui riesco.

Alessia Cinquegrana donna trans

Arriviamo ad oggi, al tuo progetto: una linea esclusiva di abiti da sposa.

Si chiama ‘Alessia Couture’. Realizzarla è stata una piccola impresa, soprattutto per colpa della pandemia. Mi sono sentita spesso avvilita, perché a tutti i costi ho voluto ingrandire il mio atelier ed investire di più. Quando sono cominciati i lockdown ero in piena fase di svolgimento dei lavori, e si è fermato tutto. Ho visto, però, una luce in fondo al tunnel: il mio telefono continuava a squillare, erano quei clienti che avevano già iniziato ad apprezzare il mio lavoro. Questo mi ha dato la voglia di andare avanti, e di creare nuovi stili.

Qual è stato il segreto del tuo successo?

Sono orgogliosa del fatto che in molti seguono ‘Alessia Couture’. Sono stata supportata anche da Nancy Coppola, Giusy Attanasio e Stefania Lay. Ho creato abiti per loro, momenti importanti per la mia carriera come che mi hanno aiutato a diffondere la mia linea. Ci potevo riuscire da sola, ma certamente il loro contributo ha fatto sì che arrivassi alla popolarità più in fretta.

Sabato 26 novembre al Teatro Palapartenope di Napoli c’è un appuntamento per te importantissimo.

Presenterò la mia nuova collezione di abiti da sposa che ho scelto di intitolare ‘Beyond‘. Una parola inglese che tradotta in italiano significa ‘oltre’. Una parola che racchiude in se il mio modo di andare avanti: andare oltre. Oltre le mie paure, oltre i pregiudizi, oltre me stessa. La cosa importante da sottolineare è che questo è un evento per il popolo, per le persone. I clienti mi dicono sempre che non sono la classica stilista, non sto sulle mie, non me la tiro. Sono amica delle persone che mi scelgono, che quando si rivolgono a me faccio in modo che si sentano a proprio agio. Dico sempre che è vero che l’abito ti sceglie, ma sei anche tu che devi farti scegliere essendo te stesso.

Alessia Cinquegrana donna trans Alessia Cinquegrana donna trans

E’ un evento per il popolo, e infatti l’entrata è gratis. Uno spettacolo che per me è un sogno: sono ansiosa e piena di adrenalina. L’ho curato interamente da sola, grazie naturalmente agli sponsor che mi hanno affiancata: il fotografo Ciro Guardasole, il parrucchiere ‘Non per tutte le donne Adamo’, la wedding ‘Le confettate di Claudia’ e la make-up artist Manuela Sorano. Sarà uno spettacolo fatto di tutti i colori che hanno riempito la mia vita, compreso il nero. Perché nera è stata la mia nei momenti dolorosi. Ma anche il giallo, il verde della speranza, e il rosa, che per me rappresenta il mio grande desiderio: quello di avere una bambina.

La battaglia di Alessia Cinquegrana, donna trans: “Mio padre non mi accettava, i pregiudizi hanno colpito anche mio marito Michele”

Com’è cominciata la storia di Alessia Cinquegrana?
Ho vinto la mia battaglia grazie all’associazione ‘Trans Napoli’. Il mio percorso con loro è cominciato nel 2015, e in soli 11 mesi, precisamente nel gennaio del 2016, ho ottenuto il documento con il mio nome di donna. Mi sentivo un’altra persona, ho pensato: “E’ fatta, ho vinto”.

Alessia: perché questo nome? Per cosa l’hai scelto?
Prima di cominciare il mio percorso di transizione conobbi una ragazza che si chiamava Alessia, anche lei trans. Mi innamorai di lei, pensai che era bellissima e che aveva una luce speciale. Mi dissi: “Se riuscirò a realizzare il mio sogno di donna trans, porterò il suo nome”. E così è stato.

Battaglia è una parola ricorrente nella tua storia. Anche la tua storia d’amore con Michele lo è stata.
Ci siamo conosciuti nel 2006, e dopo un po’ di tira e molla, nel 2009 abbiamo deciso di affrontare questa avventura insieme. E’ nata un po’ per caso, fino poi a diventare una grande storia. Siamo sposati da 5 anni, ma tante cose ce le siamo sudate con dolore. Anche lui infatti ha subito tanti pregiudizi e dolori, e la sua famiglia all’inizio non accettava la nostra relazione. Oggi le acque si sono un po’ calmate, per fortuna.

La tua famiglia, invece? Che rapporto hai con i tuoi genitori?
I miei genitori sono divorziati. Mia mamma mi è sempre stata accanto insieme al suo nuovo compagno. Con mio padre, invece, le cose sono state più complesse. Per 10 anni non ha voluto guardare in faccia la realtà, non accettava né appoggiava le mie scelte, la mia vera natura. Poi piano piano si è convinto di avere una figlia, e non un figlio. Oggi abbiamo un rapporto civile, anche se non è esattamente quello che ci dovrebbe essere tra padre e figlia.

Qual è il consiglio che daresti alle ragazze che come te stanno affrontando un percorso di transizione?
Il mio consiglio è quello di tenere duro e di non mollare. Personalmente posso dire di avercela fatta, ho realizzato tanto di quello che mi ero prefissata. Tuttavia ancora oggi combatto: ogni sera torno a casa con il mal di testa. Chi viene da me conosce la mia storia, e mi sceglie anche per questo. Ho sofferto tanto, ma sono ancora in piedi.

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