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venerdì, Aprile 26, 2024
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Amnistia e indulto per i carcerati, al via la raccolta di firme: come aderire

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Il Partito Radicale fa tappa anche all’Ars per promuovere la campagna sulle “8 proposte di legge di iniziativa popolare contro il regime”, che il 29 maggio sono state depositate in Cassazione e per le quali e’ in corso la raccolta delle firme. I temi al centro del convegno spaziano dall’amnistia e indulto alla revisione del sistema delle misure di prevenzione e delle informazioni interdittive antimafia e delle procedure di scioglimento dei comuni per mafia. Presenti alla tavola rotonda, tra gli altri, esponenti del partito come Rita Bernardini, Sergio D’Elia, Donatella Corleo. Assente, fino a questo momento, il presidente dell’Ars Gianfranco Micciche’. “Queste 8 proposte di legge le abbiamo definite contro il regime di illegalita’ che via via si e’ affermato nel nostro Paese – afferma – Se dobbiamo fare riferimento alle misure di prevenzione, o allo scioglimento dei comuni per mafia, per coloro sono raggiunti da tali misure non c’e’ alcuna possibilita’ di difesa. I beni vengono sequestrati, in assenza di contraddittorio, ed e’ ecco che lo Stato di diritto viene piegato a logiche oscure. Come diceva Sciascia “la criminalita’ non si sconfigge con la terribilita’ delle pene”. Per Bernardini, occorrono con urgenza dei correttivi, contenuti appunto nel progetto di legge per la revisione delle misure di prevenzione e interdittive: “Serve un contraddittorio – spiega – che ci sia una minima possibilita’ di difesa da parte della persona raggiunta da queste misure. Ma, sopratutto, nel momento in cui i beni sono affidati ad amministratore giudiziario che la persona non sia totalmente esclusa ma possa controllare”. Non c’e’ il pericolo che si cada nel pericolo opposto? “No. In fondo torniamo alla vecchia formulazione della legge La Torre, chiedendo un minimo di garanzie per la persona che viene raggiunta da queste misure sulla base del mero sospetto: servono prove certe”. A far discutere, tuttavia, sollevando alcune polemiche nei giorni scorsi, e’ la presenza al tavolo come relatori, in sala Piersanti Mattarella, anche di due imprenditori attualmente al centro di processi delicati alla sezione Misure di prevenzione del tribunale dopo il sequestro dei loro patrimoni di famiglia: Massimo Niceta e Pietro Cavallotti. “Sinceramente sono polemiche di cui non ho capito il senso: come se fosse una colpa che due imprenditori innocenti, ai quali lo Stato ha tolto il patrimonio, non avessero il diritto di parlare in pubblico – sottolinea Cavallotti – Chi parla e’ il figlio di un uomo assolto definitivamente dalle accusa di mafia perche’ il fatto non sussiste e malgrado questo ha subito il sequestro di tutto il patrimonio. Noi figli stiamo subendo un processo per l’accusa di aver ricevuto in eredita’ l’esperienza lavorativa dei padri. Nei nostri confronti non c’e’ alcuna condanna ma solo assoluzioni. Lo stesso vale per Massimo Niceta: l’accusa e’ stata archiviata eppure ha subito procedimenti di prevenzione. Lo stupore non deve essere suscitato dalla presenza di due imprenditori a convegni del genere – aggiunge – semmai dal fatto che due persone innocenti subiscano l’espropriazione di tutto il patrimonio”. A chi li accusa di voler revisionare la legge La Torre, replica: “Il codice antimafia attuale e’ del tutto diverso dalla legge La Torre. Sono stati i legislatori a sovvertire lo spirito originario del testo – conclude – La proposta di legge dei radicali serve proprio per superare queste criticita’”.

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