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venerdì, Aprile 26, 2024
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Angela perde la gamba a 6 anni, l’appello della mamma: “Aiutatemi a farla ballare ancora”

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Le vite di Angela e della sua famiglia sono cambiate all’improvviso dieci mesi fa. Era una giornata di festa e tutti i parenti erano riuniti in un locale a Posillipo per una comunione. Nel corso dei festeggiamenti, la piccola si appoggia su un bancone nel tentativo di recuperare un palloncino. Ma una lastra di gres porcellanato non è fissata e le cade su una gamba causandole un grave trauma da schiacciamento. Da lì comincera il calvario di Angela che costringerà i medici ad amputarle una gamba per salvarle la vita. Ora la mamma casalinga e il papà commerciante (ha un piccolo negozio), si trovano ad affrontare una situazione difficilissima insieme ai loro tre figli. Anche dal punto di vista economico, perché la bimba che oggi ha 7 anni (6 al momento dell’incidente), per camminare, dovrà cambiare più di trenta protesi fino al raggiungimento ai suoi 21 anni.

Raggiunta dal Corriere del Mezzogiorno, la mamma spiega: “A volte le mostro le foto di Bebe Vio, o della modella Nina Rima. Cerco di darle coraggio, di spiegarle che potrà avere lo stesso una vita bella, ma per lei, naturalmente, è tutto ancora troppo difficile da affrontare. Per lei, ma anche per noi. Quando mi guarda con gli occhioni grandi e mi chiede mamma perché proprio a me è complicato trovare le parole giuste. Ma per fortuna è viva. E piano piano troveremo il modo di superare tutto”.

Sulla questione ha mostrato solidarietà l’Assessore alle politiche sociali di Napoli Luca Trapanese, che su Facebook ha raccontato la storia di Angela condividendo il link della raccolta fondi lanciata dalla famiglia per affrontare le spese che si presenteranno. “La bambina fa fisioterapia tre volta alla settimana e quattro incontri al mese di supporto psicologico” spiega la mamma al Corriere, e ancora: “Andava a scuola di danza e le piaceva molto anche nuotare. Ma per poter fare sport Angela avrà bisogno di protesi di tipo diverso, e noi non siamo in grado, da soli, di sostenere questa spesa, per questo abbiamo avviato una raccolta fondi”.

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Sull’inchiesta aperta dopo l’incidente, dice: Il pm che ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta nata dalla nostra denuncia contro il locale l’ha definita una ‘fatalità’. Ma la battaglia legale è ancora in corso. Noi la vediamo diversamente. Pensiamo ci siano delle responsabilità. Nessuno ci aveva detto che quell’area era interdetta, che c’erano pericoli. Altrimenti la mia bambina non si sarebbe trovata là”. 

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