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venerdì, Aprile 26, 2024
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Dalla Campania alle guerre in Libia e Ucraina: arrestato Antonio, il mercenario-operaio

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Agli occhi del suo datore di lavoro, dei suoi concittadini, Antonio Cataldo era un semplice operaio. L’uomo, di Avellino, non aveva mai destato sospetti fino a quando ieri mattina non sono scattate le manette in una vasta operazione dei Ros dei carabinieri su tutto il territorio nazionale. Le indagini sono partite da Genova, nel 2013, da un’inchiesta sull’area skinhead ligure e sul mondo ultras che ha consentito di documentare l’esistenza di una struttura dedita al reclutamento e al finanziamento di mercenari da inviare nel Donbass, area contesa tra Russia e Ucraina.

Antonio Cataldo era stato prima in Libia e poi in Ucraina per combattere al fianco dei miliziani filo-russi. La causa era da lui abbracciata non per motivi politici ma per l’enorme somma (dai 500 ai 3mila euro) di denaro che sarebbero ogni giorno state versate nelle sue casse.
L’uomo non era però solo un miliziano, bensì anche un vero e proprio reclutatore di soldati italiani, che venivano prima da lui addestrati e poi spediti a combattere.

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Chi è Antonio Cataldo

Cataldo si è addestrato giovanissimo in Russia e avrebbe svolto alcuni corsi di combattimento persino a Panama. L’uomo era già stato in Libia nel 2011, quando aveva appena 27 anni, come ‘contractor’ al soldo dei ribelli anti-Gheddafi. Arrestato dai soldati del Rais, era stato poi liberato dalle carceri governative grazie ad un blitz delle milizie avverse al Colonnello libico.

Quando nell’aprile del 2014 è scoppiato il conflitto nel Donbass, Cataldoè subito ripartito per combattere. Tornava in Italia solo per reclutare altri combattenti, ma non solo in Campania, bensì su tutto il territorio nazionale. I soldati venivano reclutati anche attraverso il web, come accade per gli jihadisti dell’Isis.

Gli altri mercenari arrestati

A Milano è stato bloccato Olsi Krutani, un albanese ex ufficiale delle aviotruppe russe, a Parma è stato invece intercettato Vladimir Verbitchii, operaio di origine moldava accusato di aver preso parte ai combattimenti lungo il confine russo-ucraino dietro corrispettivo di denaro. Un mandato di arresto è stato spiccato per altri tre soggetti, ancora irreperibili, che si troverebbero ancora nelle zone di guerra.

Tra i combattenti irreperibili c’è Andrea Palmieri, appartenente agli skin di Lucca e alle frange ultrà della squadra locale. Si troverebbe invece in Ucraina Gabriele Carugati, figlio di Silvana Marin, ex dirigente della Lega a Cairate (Varese). L’ultimo, Massimiliano Cavalleri, nato a Brescia, è dichiaratamente neo fascista. In totale comunque sarebbero più di 100 i combattenti italiani nel Donbass.

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