Cugino di secondo grado della famiglia Di Lauro, Umberto Lamonica è una delle figure chiave dell’ultima inchiesta sulla camorra di Secondigliano. E’ stato indagato per associazione camorristica ed un’estorsione aggravata dal metodo mafioso. Prima braccio destro di Marco Di Lauro, poi del fratello Vincenzo, La Monica era un fedelissimo della familgia e miezz all’Arco.
Sul suo conto hanno riferito diversi collaboratori di giustizia, tra cui Carlo Capasso: “Era stipendiato dal clan Di Lauro. Per quanto mi risulta O’ SQUALO aveva la disponibilità, ovvero era in grado di procurare dei fucili mitragliatori del tipo AK 47. A tal riguardo ricordo che una volta O’ SQUALO mi invitò a casa sua per visionare un fucile AK 47 che lui deteneva sotterrato in una terra. lo rifiutai l’invito perché, essendo O’ SQUALO residente in un paese della Provincia di Napoli, temevo che O’ SQUALO potesse attirarmi in una trappola. Oltre alle armi al clan O’ SQUALO ha fornito droga, del tipo cocaina.
All’interno del rione dei Fiori gestiva una piccola attività di spaccio insieme al padre, comunicando via telefono con gli acquirenti, servendosi anche di altre persone. Gli era consentita quest’attività da Marco Di Lauro, in rispetto al cugino deceduto, affiliato al clan Di Lauro, anche perché egli si approvvigionava esclusivamente dal clan Di Lauro. Il clan Di Lauro in questo caso era semplice fornitore di droga in modo stabile”
Antonio Accurso nel verbale del 2015 dichiara: “Una volta scoppiata la faida del 2004 tra Di Lauro e Scissione si forma a Melito un gruppo fedele ai Di Lauro composto da me, da PETRICCIONE SALVATORE, MALAVITA PASQUALE, BARRETTA CIRO, LAMONICA UMBERTO, che attualmente sta con GIOVANNI CORTESE O CAVALLARO e O’PIRATA come referente dei DI LAURO. Questo gruppo operò su Melito sino al 7.12.2004, data del blitz contro il clan DI LAURO”.