Incompatibilità del suo stato di salute con il carcere. Con questa motivazione Michele Cleter, indagato per l’omicidio di Antonio Bortone (avvenuto nel marzo dello scorso anno a Sant’Antimo) ha lasciato il carcere. Decisive le argomentazioni dei suoi legali, gli avvocati Rocco Maria Spina e Luigi Senese (alla difesa ha partecipato anche Andrea Di Lorenzo) che, dopo un’intensa attività difensiva durata mesi sono riusciti a raccogliere i frutti.
Una buona notizia per il 34enne di Scampia arrestato insieme ad altre tre persone (Gaetano Vallefuoco, 31enne, Michele Landolfi. 23enne, entrambi di Sant’Antimo, e Fabio Cuomo, 31enne di Orta di Atella), tutti raggiunti da gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di omicidio e tentato omicidio, aggravati dalle modalità mafiose. In particolare l’attività investigativa condotta dai militari, anche attraverso l’utilizzo di intercettazioni ambientali e telecamere di videosorveglianza, permise di raccogliere diversi elementi indiziari a carico dei fermati circa l’omicidio di Antonio Bortone ed il tentato omicidio di Mario D’Isidoro.
All’indirizzo dei due affiliati al clan Ranucci furono esplosi numerosi colpi di arma da fuoco, infatti, furono repertati 17 bossoli. Il 26enne di Frattamaggiore fu lasciato riverso a terra nel cortile del complesso residenziale di via Solimene mentre D’Isidoro si è salvato.
COME SI E’ SALVATO D’ISIDORO
Fondamentale è stato un borsello indossato a tracolla, infatti, l’accessorio ha deviato la traiettoria di alcuni proiettili. Quindi dopo un breve ricovero all’ospedale di Aversa, il 26enne fu poi dimesso. Il movente dell’omicidio Bertone sarebbe da ricondurre alla lotta per il controllo delle piazze di spaccio a Sant’Antimo.