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domenica, Aprile 28, 2024
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Boss della camorra muore al 41 bis, è stato alleato con il clan Nuvoletta

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Raffaele Ligato è morto nel carcere di Opera dopo una lunga malattia. Il boss stava scontando l’ergastolo nel penitenziario milanese al regime del 41bis: secondo gli inquirenti è stato uno storico capo del clan Lubrano-Ligato, fondato da Vincenzo Lubrano ma gestito dalla seconda famiglia di camorra. Il 74enne sarà sepolto nel suo comune d’origine, ma il Questore di Caserta ha vietato le esequie pubbliche come riporta CasertaNews.

L’INFLUENZA DEL CLAN LIGATO

Nell’agro Caleno i clan Papa e Ligato, nonostante la pressante azione di contrasto giudiziario, svolgono ancora un penetrante controllo del territorio giungendo ad influenzare alcune aree limitrofe del basso Lazio con ramificazioni anche in altre regioni italiane. Il gruppo è attivo prevalentemente nel settore delle estorsioni soprattutto in danno di imprenditori ed operatori economici locali ma opera anche nel traffico di armi e stupefacenti e nel riciclaggio attraverso attività economiche apparentemente lecite tra le quali supermercati, imprese edili e ricettive.

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I LEGAMI TRA IL CLAN LUBRATO-LIGATO E I NUVOLETTA

La famiglia Nuvoletta è legata con il clan Lubrano attraverso i matrimoni celebrati tra stretti congiunti dei rispettivi capoclan.

Lo scorso febbraio è arrivata la sentenza del gup del tribunale di Napoli nel processo di primo grado per l’omicidio di Raffaele Lubrano. Lello era il figlio del boss Vincenzo e genero di Lorenzo Nuvoletta.

Condannati a 30 anni Michele Zagaria, Giuseppe Caterino, Francesco Schiavone “Cicciariello”, 20 anni a Salvatore Nobis, 8 anni e 4 mesi ai collaboratori di giustizia Antonio Iovine e Francesco Zagaria. Le dichiarazioni di Ciccio ‘e Brezza hanno permesso agli inquirenti della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli di identificare i mandanti dell’agguato mortale. Il commando che uccise Lubrano si sistemò, infatti, nei pressi della masseria di Francesco Zagaria.

Lubrano fu ucciso sia per le mire espansionistiche dei Casalesi che per vendicare la morte violenta di Emilio Martinelli, esponente dei Casalesi e fratello di Enrico, altro elemento di vertice del clan. Ad ordinare il delitto sarebbero stati, secondo l’accusa, Zagaria, Iovine, Caterino e Francesco Schiavone alias Cicciariello, cugino di Zagaria, mentre Nobis, Santamaria e Francesco Zagaria avrebbero avuto il ruolo di fiancheggiatori e specchiettisti.

 

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