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venerdì, Aprile 26, 2024
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Camorra di Bagnoli, la Cassazione ‘salva’ due ras dei D’Ausilio: processo da rifare

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Camorra di Bagnoli, la Cassazione decide per un nuovo processo d’appello per Roberto Tripodi e Gennaro Marigliano considerati storici ‘colonnelli’ del clan D’Ausilio. I due furono accusati nel maxi blitz del 2008 insieme a gregari e soldati del clan di Mimì ‘o sfregiat con accuse quali associazione a delinquere, tentato omicido (quelli ai danni di Patrizio Zinco e Ciro Rigillo), estorsione, rapina, violazioni alla legge sugli stupefacenti, porto e detenzioni di armi da fuoco. Accuse che, durante l’iter giudiziario, si sono via via affievolite.

Come si ricorderà, all’esito del processo di primo grado, il tribunale di Napoli emise una sentenza che può definirsi storica in merito ad un vasto quartiere della città, infliggendo condanne pesanti al capoclan Domenico D’Ausilio ed ai suoi numerosi uomini. In particolare, pur assolvendo Tripodi da ben otto capi di imputazione, il ras di Cavalleggeri fu comunque condannato  in primo grado a 29 anni di reclusioneper essere stato direttore ed organizzatore del clan D’Ausilio, per aver tentato l’omicidio ai danni di Zinco e di Rigillo, oltre che per estorsioni aggravate dal metodo ed una rapina alla gioielleria mentre nei confronti di Gennaro Marigliano, altro elemento di primo piano del gruppo, il tribunale decise per 25 anni di reclusione.  Il giudizio di secondo grado si concluse con la parziale riforma della sentenza di primo grado atteso che nel giugno del 2015 la Corte d’Appello di Napoli (VI sezione) ha ridotto la pena per entrambi.

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Adesso una nuova svolta: la Suprema corte, in accoglimento dei ricorsi proposti dall’avvocato Dario Vannetiello,  ha annullato la sentenza emessa dai giudici partenopei escludendo la qualità di direttore ed organizzatore in capo a Tripodi, annullando la condanna per il reato di rapina e per il reato di detenzione di droga ai fini di spaccio, ordinando un nuovo giudizio sia nei confronti del Tripodi ma anche nei confronti di Marigliano ritenendo fondate per quest’ultimo le censure in tema di trattamento sanzionatorio. In sede di rinvio, a pronunziarsi fu di nuovo la quinta sezione della Corte di appello di Napoli, la quale ha ridotto ulteriormente le pene a suo tempo inflitte , individuandole in 19 anni, 4 mesi e 24 giorni di reclusione per Tripodi e 18 anni per Marigliano. Il ricorso in Cassazione si è rivelato favorevole alle tesi della difesa: la Suprema Corte infatti ha nuovamente annullato anche la seconda sentenza emessa dalla Corte di appello di Napoli disponendo che dovrà tenersi, per la terza volta, il processo di appello.

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