Voto inquinato dalla camorra anche attraverso minacce e percosse ai danni dei politici schierati contro i candidati del clan.Sorpresa, incredulità e stupore: sono i sentimenti con cui è stata accolta ieri mattina, tra reparti e corsie del Cardarelli, la notizia dell’arresto di Carmine Antropoli, un esperto dirigente medico e dallo scorso aprile direttore della terza divisione di Chirurgia generale dell’ospedale collinare. Corruzione elettorale: è l’accusa per Lucrezia Cicia indagata a piede libero nell’ambito nell’inchiesta che questa mattina ha portato a dodici arresti in carcere, cinque ai domiciliari e due divieti di dimora
In carcere sono finiti Giovanni e Agostino Capone, Antimo Italiano, Antonio Merola, Vincenzo Rea, Antonio Zarrillo, Mario De Luca, Roberto Novelli, Rosario Palmieri, Modestino Santoro, Clemente Vergone e Giovanni Gualtieri. Ai domiciliari Pasquale Carbone, Maria Grazia Semonella, Salvatore Vecchiarello e Alberto Russo. Divieto di dimora per Silvana D’Addio e Ferruccio Coppola.
Il blitz di ieri
Carcere per il due volte sindaco della città di Capua, Carmine Antropoli, arrestato questa mattina dai carabinieri con l’accusa di avere condizionato le elezioni del 2016 utilizzando un affiliato al clan dei Casalesi in qualità di picchiatore. C’è agli atti, infatti, un’azione intimidatoria ai danni di un candidato costretto a ritirarsi dopo minacce e percosse che sarebbero avvenute proprio all’interno dello studio medico di Antropoli.
Oltre che per l’ex primo cittadino, già apprezzato chirurgo del colon in servizio all’ospedale Cardarelli di Napoli, la Dda di Napoli ha chiesto e ottenuto la misura in carcere anche per Francesco Zagaria, affiliato all’omonimo clan detenuto da un anno che è anche considerato responsabile di un duplice omicidio.
Le indagini che hanno portato all’arresto di Antropoli sono state delegate ai carabinieri del nucleo investigativo di Caserta diretto dal tenente colonnello Nicola Mirante. Per l’ex sindaco di Forza Italia l’accusa è il concorso esterno in associazione mafiosa. La Procura ritiene che abbia avuto contatti con la camorra per condizionare le elezioni del 5 giugno 2016, tornata alla quale Antropoli non partecipò in prima persona ma appoggiando un candidato sindaco che poi non fu eletto.