Rinviato a giudizio Paolo Di Nardo, 37enne di Giugliano, accusato dell’omicidio di Carmine Fammiano, ucciso un anno fa con un colpo di pistola all’arteria femorale al culmine di una lite iniziata per motivi di viabilità nei pressi di via Arco S. Antonio e conclusasi poi in via Selva Piccola dove avvenne la sparatoria. Si è tenuta ieri, davanti al Gup del tribunale di Napoli Nord, dott.ssa Maria Gabriella Iagulli, l’udienza preliminare a carico di Di Nardo (difeso dall’avvocato Matteo Casertano).
L’accusa è di omicidio intenzionale aggravata dai futili motivi e porto d’arma abusivo. Dalle indagini è emerso che avrebbe esploso 3 colpi di pistola nelle gambe di Fammiano a distanza ravvicinata, causandogli ferite mortali.
Questo capo d’imputazione vieta ai soggetti imputati di accedere al rito abbreviato, come previsto dal decreto Salvini bis. Ma la normativa prevede che se agli atti c’è una richiesta di abbreviato rigettata in forza di questa legge e nel corso del successivo dibattimento emerge che non c’erano i futili motivi o i presupposti per applicarla, la Corte d’Assise dovrà riconoscere un terzo in meno della pena.
I difensori hanno chiesto, per questo motivo, l’abbreviato. Richiesta respinta, come scritta sopra, in forza del decreto Salvini bis.
A seguito dell’udienza preliminare i legali del Di Nardo hanno chiesto la riformulazione del reato in omicidio preterintenzionale, avendo sparato l’uomo alle gambe per ferirlo e non per ucciderlo. Come riportato dalla relazione tecnica del perito nominato dalla Procura, dott. De Matteis, una sola pallottola, dopo essere rimbalzato sull’asfalto, sarebbe andata a finire nell’arteria femorale provocando la morte di Femmiano.
Rigettata la richiesta dei legali della parte civile di richiesta di sequestro conservativo dei beni di Paolo Di Nardo, mentre è stata accolta quella dell’avvocato Matteo Casertano di concedere a Di Nardo i domiciliari fuori regione in una struttura per la cura delle dipendenze. Alla fine dell’udienza preliminare Di Nardo è stato rinviato a giudizio per omicidio intenzionale aggravata dai futili motivi e porto d’arma abusivo
L’udienza è prevista per il prossimo 7 ottobre davanti alla Prima Sezione della Corte d’Assise di Napoli.
I fatti
L’autore del delitto, dopo l’omicidio, aveva deciso di far perdere le proprie tracce. Nonostante la fuga a Roma, gli investigatori del commissariato di Giugliano e della Squadra mobile di Napoli, continuarono a dargli la caccia senza sosta. Di Nardo fu preso nell’area di servizio Tamoil di Frignano, lungo l’autostrada A1, mentre cercava di tornare nel proprio comune di residenza, Giugliano, per prelevare denaro e abiti che gli sarebbero serviti per proseguire la fuga.