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sabato, Aprile 27, 2024
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Agguato alle Case Nuove, per la Procura Attanasio è il ‘killer di Halloween’: agí per vendetta. LA FOTO

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L’omicidio di Halloween ha un nome e un volto: quello di Salvatore Attanasio, 41 anni e un passato tra i Mazzarella e i Rinaldi quando tra i due gruppi il ‘confine bellico’ era rappresentato dalle Case Nuove. In quell’agguato, compiuto con un classico travestimento della ‘notte delle streghe’ perse la vita Salvatore Rispoli mentre rimasero feriti Antonio De Vita e Salvatore Papi. Come ricostruito dagli agenti della squadra mobile Attanasio agì per vendicare la morte del padre Giovanni avvenuta proprio ad opera dei Mazzarella. Reale obiettivo dell’agguato era peró un’altra persona, Vincenzo Maggio padre di Salvatore all’epoca uno dei killer più affidabili a disposizione della cosca di piazza Mercato (prima che scegliesse di collaborare con la giustizia). Per la Procura Attanasio quella notte si era recato al circolo ricreativo Club Napoli Case Nuove di via Luigi Serio e aveva esploso diversi colpi di arma da fuoco nel tentativo di uccidere proprio Vincenzo Maggio. Eppure colpì al torace alcuni avventori del locale, provocando la morte di Rispoli detto ‘o Mericano e il ferimento di Antonio De Vita e Luigi Papi, colpiti all’addome. Il provvedimento cautelare è stato emesso all’esito di un’articolata attività di indagine, coordinata da questa Procura della Repubblica, che ha permesso di individuare l’autore e di ricostruire le modalità esecutive dell’efferata azione delittuosa, utilizzando gli esiti di mirate intercettazioni telefoniche e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, tra i quali lo stesso Salvatore Maggio.

La pronuncia del Riesame

Nella giornata del 27 febbraio Salvatore Attanasio è tornato un uomo libero. Non è lui il killer di Halloween (l’agguato avvenuto alle Case Nuove in cui perse la vita Salvatore Rispoli mentre rimasero feriti Antonio De Vita e Salvatore Papi). Si è analizzata dinnanzi al tribunale del Riesame la situazione del 41enne del Mercato: il tribunale della Libertà (sezione 12 collegio D) ha così rimesso in libertà l’uomo per insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza a suo carico e accogliendo la linea difensiva dei due legali dell’uomo, gli avvocati Arturo Serao e Alessandro Di Palma. Ridimensionata dunque l’implicazione in quella vicenda per mancanza di un fondato quadro indiziario nei suoi confronti.

 

 

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