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venerdì, Aprile 26, 2024
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Clan Moccia, due nuovi pentiti hanno svelato gli attentati tra Afragola e Casoria

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Rimase ustionato durante un attentato incendiario, un episodio che gli ha segnato la vita tanto da portarlo a collaborare con la giustizia. Si tratta di Giovanni De Falco, esponente del clan Moccia. L’accusa è quella di aver partecipato a dei raid incendiari nei confronti della “Go service” società che effettua la raccolta dei rifiuti nei comuni a Nord di Napoli. De Falco avrebbe fatto parte del commando che lo scorso agosto scorso mandò in fiamme alcuni camion che si occupa  della ditta tra Caivano ed Afragola. Solo che nel corso dell’attentato lui rimase ferito da un’improvvisa fiammata. Ferite che non poté curare su ordine del clan e di cui porta ancora i segni sul corpo. E’ stato questo uno degli elementi determinanti del suo fermo e che lo hanno portato poi anche a lui a collaborare con la giustizia. Anche Alessandro Iovinella ha ammesso di aver partecipato ai raid.

Il racconto di quest’ultimo si divide in 4 fasi, così come ricostruito dall’ordinanza di custodia cautelare eseguita ieri a carico di  PUZIO Michele detto “Occione” e CIMINI Domenico detto o prevete , composto da quest’ultimo, PUZIO Giuseppe, detto “O’ boia”, CARRESE Pasquale, detto “Lino a quercia”, VIRTUOSI Antonio, detto “”O’ gemello”

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“Un preliminare sopralluogo al quale partecipavano lui stesso, il citato DE FALCO Giovanni (chiamato “Genny”), VIRTUOSI Antonio e “Peppe o’ Boia”: l’obiettivo era quello di localizzare il sito nel quale erano parcheggiati gli automezzi della ditta; in tale occasione, “Peppe identificabile in PUZIO Giuseppe, fratello di Michele (come emerge dall’effettuato riconoscimento), avendo una maggiore conoscenza dei luoghi, era la guida del gruppo. Particolare, questo, che non sorprende, visto che lo IOVINELLA ed il VIRTUOSI, appartenendo al gruppo di MALDARELLI Antonio, normalmente operavano nel territorio di Casoria e non potevano, quindi, avere approfondita conoscenza delle contrade periferiche di Afragola. Era stato PUZIO Michele a disporre che lo IOVINELLA ed il VIRTUOSI si associassero al DE FALCO ovvero il soggetto fino a quel momento normalmente impiegato nelle azioni da compiere ad Afragola. 

Una prima spedizione, non sfociata in nulla di concreto, alla quale partecipavano lo stesso IOVINELLA Alessandro, DE FALCO Giovanni ed ancora VIRTUOSI Antonio. “Iovinella non spiega perché in tale occasione desistevano dall’azione, ma sembrerebbe che ciò sia dipeso dal DE FALCO. Quale sia stato il motivo, è verosimile che la “timidezza” dimostrata in tale occasione sia stata la ragione che spingeva PUZIO Michele a sollecitare i “suoi uomini” – spiega il Gip – IOVINELLA ci dice, infatti, che il PUZIO, inviava un messaggio al MALDARELLI con il quale li invitava a rispettare le istruzioni ricevute, perché altrimenti non “sarebbero andati in ferie”; III) la ormai ben nota spedizione del 11.08.2017, alle cinque del mattino: anche, in questo caso, i partecipi erano lo IOVINELLA, il DE FALCO, il VIRTUOSI ed un altro soggetto rimasto in macchina, non conosciuto dal dichiarante; dalla macchina scenderanno lo IOVINELLA, il quale è armato di pistola ed il DE FALCO, il quale appiccherà il fuoco all’automezzo della “Go Service s.c.a.r.l.” e sappiamo come sarebbe andata a finire. Basta solo aggiungere che i dipendenti del consorzio, presenti al momento del fatto, riferivano che l’azione era stata compiuta appunto da due soggetti, entrambi armati di pistola e con il viso travisato da passamontagna, sicché risulta pienamente confermato il dato che a scendere dalla macchina erano in due

“IOVINELLA ha, infine, notizia di un altro precedente raid del quale, però, non conosce tutti i dettagli, perché non vi partecipava in prima persona: ci dice soltanto che “quattro – cinque mesi prima” – il termine di comparazione è l’episodio di agosto — altri soggetti, mandati sempre da PUZIO Michele, minacciavano gli autisti e si impossessavano delle chiavi degli automezzi”.

Su queste stesse circostanze rendeva dichiarazioni anche DE FALCO Giovanni, la cui  narrazione è sostanzialmente coincidente salvo che per alcune divergenze. “Anche il DE FALCO, come IOVINELLA, parla, anzitutto, di un precedente raid compiuto da altri soggetti, nel quale venivano prelevate le chiavi degli automezzi.” Nemmeno lui vi partecipava, ma, a differenza dello IOVINELLA, conosce qualche dettaglio in più, perché era presente nel momento in cui veniva dato l’ordine: chi prendeva tale decisione era CIMINI Domenico, non quindi il PUZIO (come ci viene detto dallo IOVINELLA, sia pure per sentito dire), mentre il soggetto incaricato era “Lino a’ quercia”, che il DE FALCO riconoscerà in CARRESE Pasquale. Tutto ciò accadeva “a giugno” del 2017, due mesi prima del raid incendiario, mentre, come detto, lo IOVINELLA collocava l’episodio in un momento antecedente: egli parla, infatti, di “quattro cinque mesi prima”. Ciò che coincide nelle narrazioni a confronto è l’esito dell’iniziativa, che era negativo, in quanto nessuno non si sarebbe presentato al cospetto del “mastro””. 

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