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venerdì, Aprile 26, 2024
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Tentato omicidio di camorra, arresto bis per i 3 uomini del nuovo clan

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Tentato omicidio di camorra, arresto bis per i 3 uomini del nuovo clan. Stamattina nel carcere Secondigliano, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata eseguivano una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, datata 12 agosto, nei confronti di Carmine Amoruso, classe ’83, Marco Amoruso, classe ’93 e Luca Garante, classe ’98.

Tutti pregiudicati di Poggiomarino ed appartenenti ad un gruppo criminale di neo-formazione capeggiato dall’ex collaboratore di giustizia Carmine Amoruso. Quest’ultimo apparteneva al clan Giugliano, guidato da Antonio Giugliano ‘o Sauriell.

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I tre sono accusati di ricettazione e porto e detenzione di armi da fuoco comuni e da guerra, aggravati dalla finalità mafiose volte al radicale controllo del territorio nell’area di Poggiomarino anche attraverso l’esecuzione di un omicidio, pianificato nei riguardi di Raffaele Carrillo. Il 38enne era appartenente alla rivale consorteria criminale capeggiata da Rosario Giugliano che agiva a Poggiomarino.

L’INDAGINE SUL CLAN

L’ordinanza di custodia cautelare eseguita, ratifica ed avvalora il decreto di fermo dello scorso 30 luglio dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia,  nei confronti dei 3 uomini. Provvedimento eseguito lo stesso giorno dai militari dell’Arma.  Quindi confermata la solidità degli elementi raccolti in fase investigativa in relazione a tutti i reati contestati, non ultima l’aggravante del metodo mafioso.

Il provvedimento di fermo scaturisce da un’articolata attività d’indagine che permetteva di raccogliere diversi elementi indiziari. Raccolti diversi indizi in merito alla pianificazione da parte degli Amoruso dell’omicidio di Raffaele Carillo, che era ritenuto responsabile di voler eseguire azioni di fuoco nei loro confronti.

IL PIANO DELL’OMICIDIO

Il piano omicida degli Amoruso venne sventato dalla tempestiva individuazione delle fonti di prova in ordine alla raccolta delle armi ed alla rapida emissione del provvedimento di fermo che impediva, di fatto, anticipandola, la realizzazione dell’azione di fuoco da parte del nuovo clan.

Per questa azione, infatti, gli indagati recuperavano diverse armi. Due i fucili posti in sequestro a seguito di perquisizione domiciliare. Due pistole – una semiautomatica marca Steyr calibro 40 ed un revolver marca Smith & Wesson calibro 38 special. Armi sequestrate dai militari nell’abitazione. .

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