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venerdì, Aprile 26, 2024
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Concorsi nelle forze armate truccati a Napoli, falsi certificati Covid per partecipare ai test

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Quttordici arresti a Napoli nell’ambito di una indagine sui concorsi per il reclutamento nei corpi delle Forze Armate (Carabinieri, Esercito e Aeronautica Militare) e nella Polizia Penitenziaria l’accusa è quella di corruzione per aver promosso e poi agevolato, in cambio di mazzette, alcuni partecipanti ai concorsi. Le indagini, condotte dal nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria, consentivano di portare alla luce una trama di episodi corruttivi intessuta, tra la fine del 2020 e la prima metà del 2021, da 2 agenti della Polizia Penitenziaria Errico Spena e Maurizio Russo.

Questi promettevano o effettivamente procuravano a partecipanti ai concorsi per il reclutamento in corpi delle forze armate (Carabinieri, Esercito e Aeronautica Militare) e nella Polizia penitenziaria, il superamento delle prove psico-attitudinali dopo il pagamento di somme di denaro.

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Gli agenti del Nic della Penitenziaria lo scorso luglio hanno arrestato Spena e Russo in flagranza. Sono stati sorpresi all’interno degli uffici di un’organizzazione sindacale, nell’atto di ricevere la consegna di 8mila euro. Le indagini, poi, hanno fatto emergere un’estesa ramificazione dei contatti corruttivi e delle complicità rilevanti per l’illecito condizionamento delle procedure concorsuali che hanno scaturito le misure cautelari eseguite ieri.

FALSI CERTIFICATI COVID PER PARTECIPARE AI CONCORSI

Dalle indagini, ascoltando Russo, è inoltre emerso che per consentire a una candidata di partecipare ai corsi di formazione per allievi agenti della Polizia Penitenziaria, sono stati più volte falsificati il necessario attestato di negatività al Covid.

“Non hanno esitato a falsificare la negatività al Covid accettando il rischio che la candidata, pur positiva, frequentasse il corso di formazione presso la scuola di Portici, dove avrebbe potuto infettare numerose persone”, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare del gip di Napoli Federica Colucci.

IL COINVOLGIMENTO DEL PRETE

Tra le persone che figurano nelle intercettazioni (nel suo caso in maniera indiretta) ci sarebbe anche un uomo di chiesa. In particolare, come si legge sul Corriere, Spena si rivolge al religioso chiedendogli di intervenire per risolvere un problema che potrebbe pregiudicare il superamento del concorso da parte di un aspirante allievo carabiniere: una cicatrice sul braccio destro. Se potete fare un miracolo, che vi devo dire, veramente si tratta di una eccezione”, dice Spena al telefono col religioso, perché “è un ragazzo veramente in gamba”. Il presunto prelato risponde: “… Va bene mi mandi i dati… poi vediamo…”. I dati verranno poi inviati da Spena via sms all’uomo di chiesa.

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