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domenica, Aprile 28, 2024
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“Dovete parlare col boss”, le minacce del clan Ranucci-Puca agli imprenditori edili: i nomi dei 2 fermati

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“Dovete parlare con il boss”. Il modus operandi era sempre lo stesso. Si recavano sui cantieri edili e minacciavano gli operai. “Dovete pagare altrimenti non continuate i lavori”. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna hanno eseguito un decreto di fermo, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, per 3 soggetti.
Si tratta di presunti esponenti al clan Ranucci-Puca di Sant’Antimo, in provincia di Napoli, a cui gli inquirenti contestano cinque episodi estorsivi che sarebbero stati commessi ai danni di imprenditori edili. Mario D’Isidoro e Nicola Russo, 54enne, entrambi di Sant’Antimo. Ricercato un terzo uomo, 32enne.

Il racket è un fenomeno molto diffuso a Sant’Antimo, dove i clan hanno fatto nel corso degli anni il bello e cattivo tempo. Le estorsioni non si fermavano al territorio di Sant’Antimo ma il clan si allargava anche nei comuni vicini. Nel mirino degli estorsori, infatti, anche  imprenditori edili di Sant’Arpino, nel casertano, i quali erano stati ‘invitati’ in modo brusco ad interrompere i lavori e a rivolgersi a Sant’Antimo per “parlare con il boss”. 

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Camorra a Casandrino, Grumo Nevano e S. Antimo: così i Puca, Ranucci e Verde comandano il territorio

Casandrino, Grumo Nevano e Sant’Antimo rientrano storicamente sotto l’influenza dei clan Puca, Ranucci,  Aversano, Verde e Marrazzo. Gli esponenti massimi di questi clan sono in gran parte detenuti. Per quanto riguarda la pervasività del clan Puca nel Comune di Sant’Antimo – sciolto per l’accertato condizionamento mafioso con DPR del 18 marzo 2020127 – la commistione con elementi dalla Pubblica Amministrazione e dell’imprenditoria locale è stata conclamata dall’importante indagine “Antemio”128 della DDA di Napoli. Nell’ambito dell’inchiesta il 9 giugno 2020 i Carabinieri hanno eseguito un provvedimento cautelare nei confronti di 59 affiliati o comunque in affari con i clan Puca, Ranucci-Verde ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione elettorale, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, turbata libertà degli incanti, favoreggiamento personale, rivelazione di segreti d’ufficio, aggravati dal metodo mafioso. Una parte rilevante delle indagini aveva riguardato la “capillare campagna di voto di scambio” e l’”incalzante opera di compravendita di preferenze” poste in essere dagli indagati in occasione delle elezioni del 2017.

Quale sviluppo investigativo dell’inchiesta “Antemio”, ulteriori sistematici comportamenti corruttivi attuati a vantaggio del clan PUCA sono stati documentati dal provvedimento cautelare eseguito il 22 ottobre 2020130. In questo caso l’indagine, sostenuta dalle dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia, ha evidenziato un’attività fraudolenta posta in essere tra gli altri dal dipendente di una società fornitrice di servizi e strumentazioni per le intercettazioni di conversazioni tra presenti e telefoniche all’interno della Procura della Repubblica e da un ex appartenente alle Forze dell’ordine, i quali al fine di eludere le indagini avrebbero effettuato bonifiche ambientali a tutela del clan

Significativo del livello di contaminazione del locale contesto socio economico è anche l’elevato numero di provvedimenti interdittivi emessi nel semestre dal Prefetto di Napoli nei confronti di società per le quali è stato rilevato il pericolo d’infiltrazione mafiosa. Nel dettaglio un gruppo di aziende operanti nel settore della diagnostica medica destinatarie delle interdittive antimafia sono state ritenute a rischio poiché nelle relative compagini societarie compaiono soggetti vicini ai clan Puca e Ranucci coinvolti nella citata operazione “Antemio”. Interdittive antimafia sono state disposte anche nei confronti di aziende operanti nella ristorazione e nella compravendita immobiliare, nonché di una ditta attiva nel settore delle onoranze funebri in quanto riconducibile al clan Verde.

 

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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