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domenica, Aprile 28, 2024
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Droga e telefonini in carcere, il business svelato da 9 pentiti di camorra

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La maxi inchiesta che ha colpito il traffico di droga e di telefonini nelle carceri italiane è stata portata avanti anche grazie alle parole raccolte da ben 9 collaboratori di giustizia: Salvatore Giuliano, Pasquale Cristiano, Pasquale Paolo, Antonio Cocci, Francesco Capasso, Antonio Iorio, Pietro Izzo, Enzo Topo, Yuseff Aboumouslim.

Tutti hanno appreso informazioni, utili alla Procura di Napoli, da persone che hanno assistito ai sorvoli in quanto detenuti, come nel caso di Salvatore Giuliano, o alla luce della loro detenzione a Secondigliano e in altri istituti penitenziari destinatari di consegne a mezzo droni e, dunque, o per conoscenza diretta o perché hanno appreso i fatti dai presenti al momento della consegna.

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A proposito di questi telefoni posso dire che il carcere di Poggioreale, così come il carcere di Secondigliano sono pieni di questi telefoni acquistati da altri detenuti che li fanno entrare in carcere e che poi vengono rivenduti a 350 euro l’uno e a 100 euro la scheda telefonica“, ha dichiarato Giuliano in un verbale rilasciato nel luglio 2021.

Social e telefonate dal carcere, così boss e affiliati della camorra comunicano con l’esterno.

Emerge uno spaccato significato nell’azione di contrasto alle modalità comunicative della camorra. Da una parte l’attività massiva di tentativi di introduzioni nelle carceri italiane di telefoni, droga e armi che consentano agli affiliati e ai capi di comunicare verso l’esterno. Dall’altra parte c’è un aspetto molto significato legato alla comunicazione via social e all’uso, quindi, dei profili attraverso i quali possono essere esaltati modelli di stampo camorristico che rappresentano una modalità da combattere perché fanno generare all’interno dell’organizzazione un senso di onnipotenza che va, comunque, combattuto“, queste le parole di Marco Garofalo, dirigente della polizia del Servizio Centrale Operativo. 

IL VIDEO

IL SEQUESTRO NEL CARCERE DI SECONDIGLIANO E CARCERE FROSINONE

L’attività è stata avviata ad aprile 2021 a seguito del rinvenimento di alcuni cellulari presso il carcere di Secondigliano, indagine per cui è stato delegato il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria. L’attività investigativa è entrata poi in convergenza con un’indagine parallelamente svolta dalla Squadra Mobile di Frosinone, anch’essa poi delegata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, inizialmente originata da una sparatoria occorsa il 19 settembre 2021 all’interno del Carcere di Frosinone. Da qui sono state avviate attività finalizzate all’identificazione del soggetto responsabile di aver introdotto all’interno del carcere un’arma da fuoco per mezzo di un drone.

La prosecuzione delle indagini ha consentito di portare alla luce una struttura criminale in grado di garantire l’approvvigionamento di apparecchi telefonici, sia smartphone che piccoli cellulari, nonché di rilevanti quantità di stupefacente in molteplici strutture penitenziarie, anche ospitanti detenuti classificati di massima sicurezza, dislocate in tutta Italia.

LE STRUTTURE CARCERARIE

Le investigazioni effettuate hanno documentato come l’indagato S.V. e suoi collaboratori venissero assoldati da organizzazioni di tipo camorristico che garantivano ai loro detenuti il costante rifornimento di apparecchi di comunicazione e di droga, assicurandosi in tal modo il monopolio della distribuzione nelle strutture di Frosinone, Secondigliano, Cosenza, Siracusa, Lanciano, Augusta, Catania, Terni, Rovigo, Caltanissetta, Roma-Rebibbia, Avellino, Trapani, Benevento, Melfi, Asti, Saluzzo, Viterbo e Sulmona.

Le investigazioni hanno poi permesso di identificare Antonio Castiello che era in grado di apportare modifiche costruttive ai droni che permettessero di sorvolare anche aree militari sopportando un maggior peso in volo. Le analisi tecniche sui droni caduti in sequestro, delegate al Reparto Indagine Tecniche del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri, hanno permesso di confermare tali manipolazioni realizzate sugli apparati a pilotaggio remoto.

 

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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