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domenica, Aprile 28, 2024
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Droni della camorra per far entrare droga e cellulari in carcere: 7 clan coinvolti in 19 penitenziari italiani

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Telefoni e droga introdotti illecitamente in carcere: dalle prime ore di questa mattina, a Napoli, la Polizia di Stato e la Polizia Penitenziaria, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, stanno eseguendo due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di complessivi 21 destinatari.

Sono a vario titolo gravemente indiziati di associazione di tipo mafioso, estorsioni, traffico di stupefacenti, detenzione di armi da fuoco ed accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. Coinvolti gli esponenti di vari clan della camorra napoletana.

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Il provvedimento di custodia cautelare in carcere è stato disposto per Matteo Balzano, Giovanni Baratto, Gennaro Pasquale Barone, Nicolas Brunetti, Roberta Cascone, Antonio Castiello, Salvatore Celentano, Giorgio Ciriello, Ciro Contini, Vincenzo Costagliola, Cristian Esposito, Nico Grimaldi, Alessandro Iuiliano, Lucio Musella, Maria Matilde Nappi, Rita Pitirollo, Vincenzo Scognamiglio, Antonio Giampaolo Taletti, Santo Tessitore, Giovanna Viciglione, Maria Vitale.

I cellulari, come ricostruisce l’ordinanza, erano destinati a detenuti in regime di alta sicurezza, consegnati mediante l’uso di droni fatti sorvolare sulle strutture penitenziarie, anche aggirando i rimedi tecnici atti ad impedire la trasmissione delle onde radio, ed in particolare, Musella , Brunetti, Baratto e Celentano, quali capi e promotori, Scognamiglio Vincenzo, quale organizzatore, attraverso continui contatti telefonici, mantenevano i rapporti con i loro referenti all’interno delle diverse strutture penitenziarie, ed acquisivano gli ordini destinati alla consegna dei beni vietati, in un caso anche un’arma comune da sparo, prevalentemente telefoni, anche android, cavi usb, caricabatterie, orologi, profumi ecc, la cui consegna è materialmente gestita dallo Scognamiglio, organizzatore dei viaggi e manovratore del drone.

Contini, Esposito, Grimaldi, Tessitore, Balzano, Costagliola, quali partecipi, referenti dell’organizzazione all’interno delle carceri nelle quali, di volta in volta, erano ristretti, con i cui capi, o direttamente con Scognamiglio erano in contatto telefonico per intermediare la consegna nelle strutture penitenziare di beni di genere vietato dí cui curavano il commercio.

Castone, Vitale, Pitirollo, Nappi, quali partecipi con mansioni di raccordo sul territorio, rispetto ai detenuti beneficiari dei beni di cui è vietato il possesso, appartenenti alle diverse organizzazioni criminali tutte aderenti all’Alleanza di Secondigliano, con i loro referenti liberi, si attivavano per il procacciamento dei beni  e l’acquisizione del relativo prezzo.

Coinvolti detenuti appartenenti a vari clan, tra cui Licciardi, Contini, Lo Russo, Moccia, Vanella Grassi, Esposito, Amirante- Brunetti-Sigillo.

Oltre ai cellulari facevano entrare anche la droga nei penitenziari. Anche in questo grado venivano utilizzati i droni. In particolare Musella, Brunetti, Baratto e Celentano, quali capi e promotori, Scognamiglio Vincenzo, quale organizzatore, attraverso continui contatti telefonici, mantenevano i rapporti con i loro referenti all’interno delle diverse strutture penitenziarie, ed acquisivano gli ordini destinati alla consegna dello stupefacente, la cui consegna è materialmente gestita dallo Scognamiglio, organizzatore dei viaggi e manovratore del drone; Contini, Esposito, Grimaldi, Tessitore, Balzano, Costagliola, quali partecipi, referenti dell’organizzazione all’interno delle carceri nelle quali, di volta in volta, erano ristretti, con i cui capi, o direttamente con Scognamiglio erano in contatto telefonico per intermediare la consegna nelle strutture penitenziare di beni di genere vietato di cui curavano il commercio; Ciriello, Viciglione, luliano e Talletti, quali partecipi, con mansioni di supporto, di cui sono di volta in volta accompagnatori nei viaggi alla volta dei diversi istituti di pena e collaboratori materiali nell’attività di conduzione del drone e la predisposizione dei “borselli”, utilizzati per ciascuna consegna.

Le investigazioni effettuate hanno documentato come l’indagato S.V. e suoi collaboratori venissero assoldati da organizzazioni di tipo camorristico (sono stati individuati, tra gli altri, soggetti legati agli Esposito – Nappi di Bagnoli che, peraltro, risultano i primi ad avere beneficiato di questo stratagemma), che garantivano ai loro detenuti il costante rifornimento di apparecchi di comunicazione e di narcotici, assicurandosi in tal modo il monopolio della distribuzione nelle strutture carcerarie coinvolte (Frosinone, Napoli – Secondigliano, Cosenza, Siracusa, Lanciano, Augusta, Catania, Terni, Rovigo, Caltanissetta, Roma-Rebibbia, Avellino, Trapani, Benevento, Melfi, Asti, Saluzzo, Viterbo e Sulmona).

Le investigazioni hanno poi permesso di identificare in C.A. classe 72 il soggetto in grado di apportare modifiche costruttive ai droni che permettessero di sorvolare anche aree militari sopportando un maggior peso in volo. Le analisi tecniche sui droni caduti in sequestro, delegate al Reparto Indagine Tecniche del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri, hanno permesso di confermare tali manipolazioni realizzate sugli apparati a pilotaggio remoto.

Droga e cellulari in carcere, Spike scova la cocaina in una casa

Un ingente quantitativo di cocaina è stato individuato da Spike, il cane antidroga della Polizia Penitenziaria durante una perquisizione disposta nell’ambito del blitz di questa mattina, a Napoli, della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
Alle operazioni hanno preso parte anche gli uomini della questura di Frosinone, Questura di Napoli, il N.I.C., i della Polizia Penitenziaria, e i cinofili del Distaccamento antidroga della Polizia Penitenziaria.
Spike, il cane-poliziotto del Distaccamento antidroga di Avellino ha fiutato in uno degli appartamenti perquisiti un ingente quantitativo di cocaina pura ben occultata in un ripostiglio.
“Complimenti per la brillante operazione – commentano il presidente e il segretario regionale dell’Uspp Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio – il cane Spike del gruppo cinofili di Avellino sta diventando un incubo per gli spacciatori non solo nelle carceri dove si combatte una guerra quotidiana a causa dei continui tentativi di introduzione di cellulari e stupefacenti”.
“Bisogna dotare la polizia penitenziaria di strumenti tecnologicamente avanzati come i jammer, gli inibitori di segnale, per debellare questa piaga negli istituti di pena dove, malgrado manchino 600 unità, si riesce con duri sacrifici a mantenere comunque l’ordine e la sicurezza”.

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