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sabato, Aprile 20, 2024
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Duplice omicidio al Don Guanella, l’ipotesi della guerra ai ras di ‘Miano di sopra’

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La maledizione di Miano. Questo il pensiero che serpeggia tra gli investigatori e gli inquirenti dopo l’ennesima mattanza che ha nuovamente insanguinato l’area nord. Una ‘maledizione’ appunto che colpisce chi, in un modo o nell’altro, cercano di conquistare il quartiere o quelle fette di territorio un tempo appannaggio dei Lo Russo. Ieri pomeriggio, intorno alle 15,50, la ‘maledizione’ sotto forma di killer si è abbattuta presso il Parco dei Colombi nella zona del Don Guanella: a perdere la vita Pasquale Torre, fratello di Mariano attuale collaboratore di giustizia e soprattutto ex braccio destro di Carlo Lo Russo (nonchè nipoti di Anna Torre moglie di Giuseppe Lo Russo), e Giuseppe Di Napoli, figlio di Carmine ‘Mniell’ storico capopiazza del rione San Gaetano (come rivelato da più pentiti gestiva una piazza di eroina in via Vittorio Veneto). Di Napoli è anche nipote e cugino di Aniello e Vincenzo Di Napoli, uccisi dai baby killer dei Lo Russo dopo l’omicidio di Genny Cesarano (Vincenzo avrebbe partecipato alla stesa costata la vita al 15enne e sarebbe stato ucciso per timore di un pentimento, suo padre Aniello fu trucidato in via Janfolla perchè stava indagando in proprio sulla morte del figlio). Di Torre parlò qualche anno fa il pentito Ciro Ferrara che raccontò che l’uomo fu sequestrato e torturato dai Nappello e poi rilasciato per timore che Mariano potesse pentirsi (articolo riportato in anteprima da Internapoli). Secondo la ricostruzione effettuata dalla polizia i killer sono penetrati nel complesso del Don Guanella sapendo di trovare lì i due: Torre era a bordo di una Fiat di colore bianco ed è morto sul colpo mentre Di Napoli, stando alla prima ricostruzione, avrebbe cercato di scappare.

Le indagini dopo il duplice omicidio del Don Guanella

Il Don Guanella da sempre è territorio ambito e da sempre rappresenta una zona di confine tra il territorio che fu dei Lo Russo e i Licciardi che attualmente hanno nel rione un loro reggente, personaggio molto conosciuto e uno dei ‘colonnelli’ più importanti della cosca della Masseria Cardone. Sono due al momento le ipotesi che gli inquirenti tengono più in considerazione e cioè il prosieguo della guerra per il controllo del quartiere culminata qualche mese fa con l’omicidio di Giuseppe Tipaldi ‘Pepp a recchia’, ucciso lo scorso novembre in un circoletto: il 35enne era figlio dello storico ras Gaetano, ex pezzo da novanta dei Lo Russo in seguito transitato tra i Cifrone, gruppo stanziato nella parte alta di Miano. L’altra ipotesi è quella dell’epurazione di elementi che possano in un modo o in un altro contrastare le ambizioni di neonate formazioni criminali forse spalleggiate da clan molto più strutturate che avrebbero deciso di regolare una volta per tutte vecchi conti e di conquistare una fetta di territorio criminalmente strategica nei fragili equilibri dell’area nord. Ipotesi al momento che potrebbero però rappresentare un unico filo conduttore tra i tanti delitti che in questo periodo stanno caratterizzando la zona. Una cosa è certa: la maledizione di Miano è tornata a colpire lasciando sul selciato altri due lenzuoli bianchi e un mare di interrogativi.

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