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domenica, Aprile 28, 2024
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Faida ad Afragola, l’ordine di morte dal carcere del ras Luogo contro il ‘nemico’

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Un ordine di morte dal carcere da parte del capoclan. C’è anche questo dettaglio nell’ultima inchiesta che ha colpito gli eredi dei Moccia del rione Salicelle. Verso la fine di novembre 2020 Nicola Luongo avrebbe maturato l’idea che sarebbe stato necessario per Vittorio Parziale eliminare ‘il rivale’ Giuseppe Sasso. Il ras detenuto avrebbe cripticamente chiesto l’eliminazione di Sasso con la frase “Mandalo a scuola”. Sono stati diversi i video-colloqui dai quali emergerebbe l’intenzione omicida.

Secondo la Procura risulta chiaro che la questione territoriale di Afragola rappresenti per Nicola Luongo un aspetto di fondamentale importanza per mantenere il potere criminale, da lui stesso determinato e rivendicato, e per fare ciò avrebbe dovuto debba eliminare Sasso: “Capito… perché a me non piace che vengono gli altri…. diciamo da altre parti…. vengono li fanno i cazzi loro e se ne vanno a me non piace questo fatto omissis… sto qui dentro e li sto pagando….omissis… capito o no lo scemo io non l’ho mai fatto per gli altri”.

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L’APPOGGIO DEL CLAN MOCCIA

La leadership di Luongo avrebbe avuto anche il beneplacito di un importante membro del clan Moccia. Dalle intercettazioni richiamate nell’ordinanza di custodia cautelare sarebbe evidente il proposito di Luongo e dei suoi fedelissimi di eliminare il ‘nemico’, il quale stava agendo contro il suo gruppo, imponendo, dunque, sul territorio di Afragola e dei comuni vicini il potere criminale indiscusso del clan Luongo-Parziale.

Di particolare rilievo per i magistrati è la conversazione in cui Luongo evidenzia come nell’ambito della cosca, come ognuno deve rispettare il proprio ruolo. Parziale, dunque avrebbe dovuto gestire, quale organizzatore del clan, tramite i sodali, il traffico di droga, la gestione delle piazze di spaccio, le attività criminali, tra cui quella volta all’eliminazione di Sasso ed infine il settore del racket. In tale ottica si pone la necessità del Luongo di dare direttive ai propri familiari e sodali per la gestione del settore delle estorsioni sul territorio.

DROGA E RACKET, DAL CARCERE ORDINI DEI CAPI

Emerge dalle indagini dei Carabinieri e della Polizia (Squadra mobile) di Napoli. Nicola Luongo aveva avuto a disposizione un cellullare con il quale dalla cella impartiva le direttive a Parziale. Questo, è stato documentato dagli investigatori, è accaduto fino a fine ottobre 2020.

Dal novembre del 2020 invece la direzione del clan è passata nelle mani di Giuseppe Sasso, che era rimasto detenuto fino a giugno dello stesso anno, il quale eseguiva gli ordini, sempre impartiti dal carcere, di Mariano e Aniello Barbato). I destinatari delle misure cautelari sono stati tutti arrestati a Napoli tranne uno che invece è stato rintracciato dalla Squadra Mobile ad Arezzo.

Recentemente altri imprenditori di quella zona del Napoletano hanno sporto denuncia riguardo a richieste estorsive subite tra febbraio e marzo 2023 e la polizia giudiziaria ha presentato una integrazione agli inquirenti della Dda di Napoli. Il gruppo camorristico era organizzato in batterie che avevano compito specifici (droga, rapine, estorsioni). Le attività illecite passate al setaccio riguardano il periodo tra ottobre 2018 e la fine di settembre 2022 e, complessivamente, sono 38 gli indagati. 

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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