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venerdì, Aprile 26, 2024
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Fallimento mondiale, Mancini medita l’addio: due ex Napoli come Ct della Nazionale

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Roberto Mancini chissà. Lascia lacrime e un vuoto – di spiegazioni e di prospettiva – la disfatta Mondiale dell’Italia. Seconda volta fuori dalla Coppa dei migliori, dopo Russia 2018 anche Qatar 2022 sarà seguita dagli italiani e dagli azzurri come spettatori, non come tifosi o protagonisti. “Il mio futuro? Ora è presto per parlarne – dice il ct che aveva risvegliato l’orgoglio azzurro – Avevo detto che l’Europeo vinto a Wembley era la più grande soddisfazione, questa è la delusione maggiore della mia carriera, e non riesco a pensare al futuro.

Le strade, secondo La Gazzetta dello Sport, sono due: la prima e più accreditata porta all’accoppiata formata da Fabio Cannavaro e Marcello Lippi, con il primo ct e il secondo in un ruolo come il direttore tecnico. L’altra strada porta a Carlo Ancelotti. Se il tecnico dei Blancos dovesse considerare chiusa la propria esperienza al Real Madrid, ecco che potrebbe accettare l’unica panchina che ancora non ha provato, ovvero quella di una Nazionale.

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Le parole di Mancini

“Non è colpa del presidente Gravina, non è colpa dei ragazzi: il responsabile sono io”. Il presidente Figc, prima di presentarsi in conferenza stampa al fianco del commissario tecnico, aveva espresso l’auspicio “che Mancini, esaurita la delusione, continui a lavorare sul progetto cominciato”. Ma la situazione resta in sospeso: solo poche ore prima della partita poi persa con la Macedonia del Nord, Mancini aveva ammesso che “la nazionale oramai da tempo non è più così importante”: la riprova il mancato spostamento della giornata di campionato, che ha lasciato agli azzurri solo due giorni di allenamento pieno prima della semifinale di stasera. Considerazioni che faranno riflettere, oltre all’amarezza della serata, il ct, e che aprono il sipario su qualsiasi scenario, come quello di una svolta con Cannavaro in panchina e Lippi a far da mentore che già comincia a farsi spazio tra le voci.

Quanto alla bufera politica all’orizzonte, “non c’è il minimo spiraglio per una sfiducia federale” dice Gravina respingendo qualsiasi opzione di dimissioni. “Dobbiamo riflettere e cambiare, e aumentare le energie: le mie le metto a disposizione del sistema, devo difenderlo. La nazionale, nella logica imprenditoriale dei club, è vissuta come un fastidio: io devo stare qui e proteggerla”. Spiegare la serata di Palermo, però, è difficile per tutti.

“Abbiamo avuto fortuna all’Europeo, e abbiamo strameritato di vincerlo: quel che abbiamo preso otto mesi fa, l’abbiamo restituito con gli interessi stasera – le parole di Mancini – Che analisi vogliamo fare, dopo una serata così? Abbiamo tirato quaranta volte e preso un gol al 92′ dopo tante occasioni. Io voglio bene a questi ragazzi, stasera ancora più. Sono giocatori forti, per il futuro”. Non si dà pace Jorghinho, ammettendo che “quei due rigori sbagliati contro la Svizzera li ricorderò per sempre, e farà sempre male”. Verratti fa autocritica: “Partite come quelle di stasera si devono vincere, e se non lo fai ti devi fare domande. E’ vero, abbiamo avuto sfiga, ma la fortuna va cercata e trovata”. Ora, la nazionale torna a Coverciano. Beffa finale, dovrà andare a Konya per giocare la finalina di consolazione contro la Turchia, martedì 29, mentre Portogallo e Macedonia del Nord si giocano il posto in Qatar.

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