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giovedì, Marzo 28, 2024
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Droga e estorsioni per i Sibillo, colpo da ko per la paranza dei bambini

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Un colpo da ko. Una vera e propria mazzata. E’ quella inferta dai giudici ai ‘reduci’ del clan Sibillo, quello della cosiddetta ‘paranza dei bambini’. Ras e gregari accusati dalla Procura di aver messo sotto scacco i vicoli del ‘ventre molle’ di Napoli. E così questo pomeriggio il gup del tribunale di Napoli ha inferto un duro colpo al gruppo nonostante il processo si svolgesse con la formula del rito abbreviato (formula che comporta in caso di condanna lo sconto di un terzo della pena). Tra le condanne più pesanti spiccano i 13 anni inflitti a Maria Sabatelli detta Miriana, moglie di Giovanni Matteo (condannato a sua volta a 11 anni e 4 mesi) cugino del defunto Emanuele, noto come ES17 e di Lino Sibillo. Ben 17 anni e 9 mesi per Giosuè Napolitano padre del baby ras Antonio ‘o Nannone e per Giuseppe Gambardella, suo genero, condannato a 5 anni e 4 mesi. Tra le altre condanne vi sono quella a 5 anni  e 4 mesi per Giovanni Ingenito, Carmine Motti 16 anni, Antonio Iodice ‘o chiuov 7 anni e 2 mesi, Ciro D’Aniello 6 mesi, 10 anni e 8 mesi per Fabio Rivieccio, 5 anni e 8 mesi per Annunziata Ingenito, 6 anni e 8 mesi per Pietro Perez, 5 anni Gaetano Portanova, 16 anni per Alberto Volpe, 11 anni per Vincenzo Caiano.

L’estorsione alla pizzeria

Tra gli episodi più emblematici ricostruiti dalla Procura l’estorsione alla pizzeria Vesi. E’ Pasqua 2019 quando una persona impiegata nella pizzeria viene avvicinata dalla Sabatelli che, senza troppe parole, gli dice di dover consegnare 500 euro per i carcerati del clan Sibillo. Circostanza confermata anche da sommarie informazioni raccolte dalle forze dell’ordine tra i lavoratori:«Ricordo che era aprile 2019, mi contattava (…..) per riferirmi che uno dei nostri dipendenti era stato avvicinato da qualcuno della criminalità organizzata del posto perché facesse da tramite per una richiesta estorsiva. Ricordo esattamente le parole di (….) che, usando dei sottintesi, mi diceva: “I nostri amici sono venuti a cercarci un pensiero, dobbiamo farli un regalo di pasqua. Facciamo 500 euro”. Immediatamente capivo che si trattava di una richiesta di matrice camorristica e, al fine di non esporre me e il mio personale a rappresaglie, autorizzavo immediatamente a pagare quanto richiesto dagli estorsori». La richiesta in realtà era stata avanzata dalla stessa Sabatelli come si evince da una conversazione intercettata dalla Sabatelli con la suocera, Nunzia Ingenito: in quest’ultima si capisce che l’estorsione gli era stata commissionata dal carcere dal marito, Giovanni Matteo, cugino dei fratelli Sibillo.

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L’imbasciata dal ‘carcere’

A parlare è la Sabatelli che, senza giri di parole, dice all’altra donna:«Nunziatina, questa è una cosa che mi ha detto di fare tuo figlio perchè altrimenti chi andava. Gliel’ho detto a Gianni, gliel’ho detto e lui ha detto vai da (….)». La consegna del denaro sarà immortalata dai carabinieri grazie ad una videocamera piazzata nel cortile dove si trova l’abitazione dell’indagata. Un quadro a tinte fosche, di malaffare e prepotenza.

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