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mercoledì, Maggio 1, 2024
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Folla e commozione ai funerali di Federico Salvatore: “Un poeta, la sua vita ha cambiato quella di tante persone”

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Una folla gremita questo pomeriggio, presso la Chiesa di San Ciro a Portici, per rendere omaggio a Federico Salvatore nel giorno del suo funerale. Il cantautore napoletano è morto nella mattinata di ieri all’età di 63 anni. Era stato colpito, nel 2021, da una grave emorragia cerebrale che aveva fortemente debilitato le sue condizioni di salute e, fino al momento della morte, stava seguendo un lungo iter riabilitativo.

Morto Federico Salvatore, circa 500 persone per l’ultimo saluto allo “chansonnier” napoletano

Sono state circa 500 le persone che hanno riempito la Chiesa di San Ciro a Portici per l’ultimo saluto a Federico Salvatore, definito lo “chansonnier” napoletano: in molti, negli anni, hanno apprezzato e seguito la sua carriera artistica, iniziata con un tipo di canzone satirica che si è evoluta in testi di denuncia sociale e politica, con numerosi riferimenti ai fatti storici che hanno caratterizzato la storia passata e presente della città di Napoli. Al funerale hanno presenziato persone comuni ma anche personaggi del mondo dello spettacolo e facenti parte soprattutto della sfera comica partenopea: tra questi, Alan De Luca, Peppe Iodice, Biagio Izzo, Simone Schettino, Paolo Caiazzo, Alessandro Bolide ma anche Nino D’Angelo, Gianluca Capozzi, Andrea Sannino (porticese come lui tra l’altro) e tanti altri. Tra i fiori posti in prossimità della bara, spiccano quelli inviati per l’occasione da Gigi D’Alessio. 

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L’omelia è stata tenuta dal parroco don Ciro Sica, a cui ha presenziato anche il sindaco di Portici Vincenzo Cuomo. 

Il parroco don Ciro durante l’omelia: “La vita di Federico ha cambiato quella di tante persone”

L’omelia, come anticipato, è stata tenuta dal parroco don Ciro Sica, che durante la quale ha parlato dell’artista come di “un grande uomo la cui vita non è passata senza un senso, un uomo la cui vita ha cambiato la vita di tante persone. Ciascuno di voi che è qui, penso non lo sia per circostanza ma perché a modo proprio ha recepito un messaggio da quest’uomo. La sua arte, penso abbia reso più bella la vita di tutti, abbia reso bella anche la vita di questa città perché Federico è un figlio di questa città”. Molto accorata anche una lettera letta da una giovane donna dopo la celebrazione.

A seguire, il saluto del sindaco di Portici, Vincenzo Cuomo, che ha ricordato quanto fosse facile incontrarlo per strada, nei bar, “sempre pronto con un sorriso e una parola per tutti”. In un passaggio del suo intervento il primo cittadino ha detto: “Abbiamo scoperto una straordinaria persona, uno straordinario artista e oggi nella casa di Dio dobbiamo dire grazie per avercelo donato, perché non è mai stato banale né volgare, ma ha interpretato quella napoletanità che ognuno di noi vuole, con eleganza e passione.

Il ricordo di colleghi e amici

In tanti sono stati i colleghi e gli artisti che, con la carriera di Federico Salvatore, hanno incrociato la propria e che hanno preso parte alla cerimonia funebre per rendergli l’estremo saluto. Da Biagio Izzo a Simone Schettino, passando per Nino D’Angelo, Gianluca Capozzi e Andrea Sannino, che l’ha ricordato così: “Era napoletano ed aveva il senso della napoletanità, quella vera. Quella che non ha mai ceduto a schemi e meccanismi. Per me è stato un grande maestro, un grande insegnante e lo porterò per sempre nel cuore, come artista e come amico”. 

Simone Schettino, noto attore e monologhista, conosceva bene l’artista porticese: “Ho avuto modo di lavorarci ed è veramente una persona meravigliosa. Dico che lo è, perché lo sento ancora dentro e lo sarà per anni. Un degnissimo rappresentante della nostra terra. Una persona che tante volte ho visto amareggiata con la città di Napoli e con la zona vesuviana, per tutte le potenzialità che il territorio potrebbe esprimere e non esprimere. Era amareggiato perché amava tanto la sua terra. Un poeta e io sono stato fiero di essere rappresentato da lui come collega ma soprattutto come cittadino di questa terra”.

Commossa la dedica di Angelo Di Gennaro: “Io credo che le persone che noi amiamo non siano un ricordo, ma siano sempre presenti. Abbiamo debuttato insieme, abbiamo cavalcato momenti iniziali e, vuoi per l’entusiasmo, per le paure, per le incertezze, abbiamo avuto un percorso tenero, da persone che amano fare questo lavoro, che sono sempre in emergenza. Io ho avuto un by pass e lui mi diceva ‘sei un leone’. Avrei voluto dire la stessa cosa. Questa è la conferma che niente ci è dovuto su questa terra e noi dovremmo imparare a non arrabbiarci se la vita ci toglie qualcuno, ma a ringraziare per avercelo donato”.

Dino Piacenti, da decenni punto di riferimento del by night e dello spettacolo napoletano, ha da poco celebrato il 25esimo anniversario della canzone Azz proprio insieme a Federico Salvatore: “È un giorno triste. Se n’è andato un figlio di Napoli, troppo presto. Ha sofferto e ci mancherà tanto. È stato un uomo del popolo che ha saputo presentare la città da grande autore e grande musicista”.

Il ricordo di Peppe Iodice e Alan De Luca

Alan De Luca è provato: “Una perdita indescrivibile, sia come uomo che come artista. Un artista geniale, creativo, uno dei più bravi in assoluto, dopo Troisi tra i primi due o tre. Un uomo eccezionale, un ragazzo caro, un amico vero”.

Infine, Peppe Iodice: “Federico rappresenta tantissimo per me, oltre che per Napoli. Quando ha iniziato l’ho seguito tanto, per me era un esempio. Qualche anno dopo venne al mio di debutto. Non c’eravamo mai incrociati e mi disse delle cose che ancora adesso porto dentro”. 

Una rosa azzurra e un gagliardetto del Napoli sulla sua bara

Federico Salvatore, oltre che essere un cantautore di tutto rispetto, era anche un grande tifoso del Napoli. Erano presenti sulla sua bara, infatti, un fiocco azzurro e un gagliardetto del Napoli. E un grande tifoso della città di Napoli, quella Napoli che da sempre aveva cantato nei suoi lavori e che ha caratterizzato gran parte della sua produzione artistica, incentrata sui temi della denuncia e la critica storica e sociale, talvolta sfociata addirittura in rabbia nel vedere la sua Napoli ridotta in condizioni pessime dopo i fasti di capitale del passato.

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