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venerdì, Aprile 26, 2024
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Giugliano. Accusata di alcune rapine, vìola i domiciliari per protestare per i detenuti

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Vìola i domiciliari per protestare per i detenuti, giovane di Giugliano arrestata e liberata. Rita Pirozzi, di Giugliano, era agli arresti domiciliari per aver commesso una serie di rapine. Consumate pluriaggravate ai danni di gioiellerie in tutta Italia, che hanno fruttato un bottino di oltre trecento mila euro. Le rapine erano state commesse ad Avezzano, Cerignola e Follonica.

Rita Pirozzi ha violato gli arresti domiciliari per partecipare ad una protesta pacifica per i detenuti

Violando gli arresti domiciliari, la giovane ha però deciso di partecipare ad una protesta pacifica organizzata dal garante dei detenuti fuori al carcere di Secondigliano. Ed è così che, dopo essere stata scoperta dalla polizia, è arrivata l’ordinanza di aggravamento da parte della corte di appello, notificata dagli agenti del commissariato di Giugliano – Villaricca, con traduzione dell’imputata presso il carcere di Pozzuoli. La permanenza in carcere però è durata pochi giorni. Infatti, la stessa corte di appello di L’Aquila, accogliendo la richiesta dell’avvocato Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord, dopo appena una settimana l’ha scarcerata. Concedendo la misura cautelare meno afflittiva dell’obbligo di dimora nel comune di Giugliano.

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La rapina di Cerignola e il processo con rito abbreviato

Rita Pirozzi, classe ’79 è accusata di rapina a mano armata in gioielleria, porto e detenzione di pistola e teaser, contraffazione di targhe. Insieme a lei, anche Luigi Alamaro, classe 91, entrambi di Giugliano, nel Napoletano. Il GUP del Tribunale di Foggia, Antonio Sicuranza, li ha processati con il rito abbreviato. L’udienza si è svolta ieri: il pubblico ministero Francesco Diliso aveva chiesto la condanna a 3 anni ed 8 mesi di reclusione, ma il giudice foggiano, accogliendo l’arringa dell’avvocato Luigi Poziello, del Foro di Napoli Nord, difensore della coppia, ha concesso le circostanze attenuanti generiche e condannati entrambi alla pena di 2 anni e 6 mesi di reclusione.

Il colpo aveva fruttato un bottino di 72mila euro

I due erano accusati di aver rapinato la gioielleria ‘Sciscio’ di Cerignola, che ha fruttato un bottino di 72mila euro. Il colpo è stato messo a segno l’8 marzo del 2019; era la festa della donna quando i due, arrivati a bordo di una Fiat 500 di colore rosso con targhe contraffatte, fecero irruzione nella gioielleria e, dopo aver minacciato la commessa con una pistola ed un taser, svuotarono la cassaforte dei preziosi, in concorso con un complice non ancora identificato. I due sono stati denunciati a piede libero. Il pubblico ministero, supportato da una consulenza video antropometrica, ha avanzato l’accusa di rapina pluriaggravata, porto e detenzione di una pistola, porto e detenzione di un arma, contraffazione della targa della Fiat 500. La coppia è sotto processo per varie rapine commesse in altre regioni con la stessa modalità.

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