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venerdì, Aprile 26, 2024
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I fedelissimi di Riccio trucidati a Melito, l’agguato a Ruggiero e il cadavere scomparso di Castello

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Scoperti gli autori dell’omicidio di due uomini, ammazzati il 13 e 14 marzo del 2014 nell’ambito della guerra di camorra tra Scissionisti. Quattro persone sono state arrestate dagli uomini della Squadra Mobile della Questura di Napoli in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Dda.
Sono accusate dell’omicidio di Antonio Ruggiero e Andrea Castiello, a Melito. Le attività di indagine, fondate su dichiarazioni di collaboratori di giustizia, intercettazioni ed una rete di riscontri hanno consentito di individuare mandanti ed esecutori dell’omicidio per lupara bianca di Ruggiero, il cui cadavere venne distrutto, e di Castello, rimasto ucciso nell’azione di fuoco diretta contro di lui e di Ruggiero Castrese, nipote di Antonio Ruggiero, che invece sfuggì all’arresto. I due episodi rientrano nella lotta intestina al clan Amato Pagano, scatenatasi all’indomani della cattura di Mariano Riccio, sino a quel momento capo del clan.

La difficile legittimazione del suo potere, atteso il sospetto di un forte nepotismo da parte di Pagano Cesare nella scelta del genero come capo, aveva spinto Riccio Mariano a far assumere ruoli di sempre maggiore importanza ai suoi fedelissimi, denominati “maranesi”, a scapito della vecchia guardia (gli affiliati denominati i “melitesi”), i quali hanno covato la rivincita e le mire di riconquista delle posizioni di vertice, obiettivi che ineluttabilmente dovevano condurre all’epurazione dei “maranesi” ed all’eliminazione fisica dei sodali più vicini al Riccio.
Il movente di entrambi gli omicidi, come riconosciuto dal GIP, si inquadra quindi nel contesto dello scontro strisciante tra le due fazioni (trasformatosi poi in faida interna), le cui ragioni di fondo sono rappresentate dalla contrapposizione tra i nuovi ed i vecchi affiliati. La caccia all’uomo si apri immediatamente all’indomani dell’arresto di Riccio, con incursioni armate, azioni violente in pieno giorno nel centro di Melito e di Mugnano, unitamente all’organizzazione di vere e proprie trappole tese a tradimento in cui sono cadute le vittime degli omicidi ricostruiti nell’ordinanza cautelare.

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Apporto fondamentale alle indagini e stato dato dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, ma di rilievo risultano altresi le indagini tecniche, tra cui le intercettazioni ambientali che descrivono in diretta l’omicidio del Castello e la scomparsa del Ruggiero, immediatamente ricondotta alla sua uccisione per mano dei melitesi, nonché le vicende che hanno condotto alto scontro armato.

 

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