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martedì, Marzo 19, 2024
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“Oltre 2 mln di euro per 35 anni”, le ‘mesate’ dei Polverino ai killer di Siani

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Uno schiaffo alla memoria. Quella del giornalista Giancarlo Siani, ucciso da sicari del clan Nuvoletta la sera del 23 settembre 1985. A bordo della sua auto, una Mehari, divenuta simbolo di legalità. L’operazione condotta questa notte dai carabinieri che ha decapitato il clan Polverino di Marano rivela una realtà inquietante e cioè che i killer del giornalista del Mattino da trentacinque anni ricevevano uno ‘stipendio’ dal clan. Trentacinque anni retribuiti in cambio del silenzio in ossequio a quella regola di omertà che ha reso i clan di Marano quanto di più simile a Cosa Nostra. Un quadro agghiacciante ma frutto della ‘normalità’ di un clan che, dell’assistenza ai propri carcerati, con stipendi puntuali, ha fatto il proprio marchio di fabbrica. Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip dott.ssa Ciollaro risultano indagati anche Ciro Cappuccio e Armando Del Core. Entrambi condannati in via definitiva all’ergastolo perchè esecutori materiali dell’omicidio del cronista. E’ stato accertato che i Nuvoletta prima, e ad oggi i Polverino e gli Orlando hanno provveduto al sostentamento economico delle famiglie dei due killer. Questi dunque non hanno mai rescisso il loro vincolo criminale con i clan di Marano. Un vincolo di morte.

Lo ‘stipendio’ ai killer di Giancarlo Siani

A confermarlo agli inquirenti i verbali di due collaboratori di giustizia che hanno rivelato ai magistrati chi era sul ‘libro paga’ dei maranesi. Il primo a parlare è stato Roberto Perrone:«Ho in passato discusso con Polverino della somma che, come clan, continuiamo a riconoscere al gruppo Nuvoletta. Questo per ‘mantenere’ comunque dei rapporti con il gruppo originario al quale siamo legati. Polverino, infatti, ha disposto di riconoscere ai detenuti dei Nuvoletta una cifra variabile tra gli 80mila-90mila euro per tre volte l’anno. Denaro che abbiamo sempre consegnato a Maurizio Baccante e talvolta a Angelo Nuvoletta oppure agli Orlando. Ebbene in una di queste occasioni Polverino mi disse che gli unici soldi che avevano una valida giustificazione erano quelli che, da questa cifra, venivano poi consegnati alle famiglie dei due detenuti all’ergastolo per l’omicidio Siani, ossia Armando Del Core e Ciro Cappuccio».

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Il secondo pentito

Anche un altro pentito, Biagio Di Lanno, ha ribadito il sostentamento economico del clan alla famiglia di Del Core:«Lo stipendio a costui, come a tutti quelli dei Nuvoletta, lo curava Angelo Nuvoletto. Prendevano 1500 euro al mese e 20mila euro tre volte l’anno». Una cifra che, conti alla mano, qualora fossero stati realmente versati, sfiorerebbe un totale di 2 milioni di euro.

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