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sabato, Aprile 27, 2024
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Le ultime ore di vita di Giulia Tramontano: incontri con ‘l’altra’, la suocera ed i messaggi ad Alessandro

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I primi sospetti che il compagno la stesse tradendo risalgono ad almeno due-tre settimane prima dell’omicidio di Giulia Tramontano. La donna avrebbe rivelato il suo timore alla madre di Alessandro Impagnatiello, come lei stessa ha dichiarato quando è stata sentita dai carabinieri nei giorni scorsi: “Mi recavo a casa di Alessandro e Giulia per andare a vedere i vestitini del bambino prossimo alla nascita, e nel dialogare con lei la stessa mi faceva capire che aveva qualche sospetto su un’eventuale altra relazione sentimentale di Alessandro con un’altra donna”. E arriviamo al pomeriggio di sabato: Giulia chiama il fratello del fidanzato e gli dice che il barman trentenne ha una storia parallela; a riferirglielo, aggiunge, è stata proprio “l’altra”, che le ha inviato anche alcune foto in cui si vede la casa di Senago, frequentata dalla sconosciuta in sua assenza.
Avvisata dall’altro figlio, la madre di Impagnatiello e il compagno si recano subito a Senago per parlare con Giulia: lei è nervosissima, scaglia un pacchetto di sigarette contro un mobile della sala, anche se precisa di “non essere non del tutto sorpresa perché se l’aspettava”. La ventinovenne fa sapere alla suocera che ha intenzione di incontrare Chiara (nome di fantasia) fuori dall’Armani hotel, dove la ventitreenne lavora proprio con Alessandro. La madre del trentenne si propone di accompagnarla all’appuntamento, ma Giulia rifiuta: ci andrà da sola. Così la donna e il compagno accompagnano la nuora alla fermata Comasina della metropolitana gialla, facendosi promettere che a incontro concluso si risentiranno per sapere com’è andata.
Giulia mantiene l’impegno: “Alle 19.45 circa, mi telefonava, chiedendomi di andare a prenderla alla fermata metro in Comasina: durante il tragitto di ritorno, Giulia riferiva che avrebbe interrotto la relazione con Alessandro, in quanto lui aveva scelto di frequentare Chiara e che comunque, dati anche gli ultimi alti e bassi avuti con lui, non era più intenzionata a stare con lui”.
Arrivati in auto in via Novella a Senago, sia la madre di Impagnatiello che il compagno chiedono a Giulia se voglia passare la notte a casa loro “per “staccarsi” da Alessandro, ma lei ci riferiva di non averne bisogno e che comunque il comportamento di Alessandro se lo aspettava”. Così i due salutano la trentenne davanti al civico 14 e ripartono per tornare a casa loro. Saranno le ultime persone a vederla viva: l’assassino è già nell’abitazione ad aspettarla. Da quel momento, cala il silenzio: “Non ho più avuto contatti con lei”, precisa la suocera. Che la mattina dopo prova più volte a parlare con Giulia, prima scrivendole su WhatsApp e poi telefonandole: niente da fare, il cellulare è staccato. Alle 19, lei e Alessandro si presentano alla stazione dei carabinieri di Senago per sporgere denuncia di scomparsa.
La madre del barman non è stata l’unica in quelle ore a cercare a più riprese la trentenne: oltre ai familiari e all’amante del compagno, ci ha provato pure una collega di lavoro dell’agente immobiliare. Ai militari, che ne hanno verbalizzato la testimonianza, la donna ha spiegato che alle 15.05 di sabato Giulia le ha telefonato per sfogarsi: in pochi minuti, le ha rivelato dell’esistenza di Chiara, aggiungendo che quest’ultima le aveva detto di un test del Dna fasullo con cui Alessandro era riuscito a convincerla che il bambino che lei stava per partorire non era figlio suo; per rendere più credibile il suo racconto, la ragazza le aveva pure inviato alcuni screenshot delle ultime ricerche google di Impagnatiello, con le scritte “test di paternità negativa”, “test dna negativo”, “esempio di risultato test dna paternità negativo” e “clinica San Carlo Paderno (Dugnano) logo”.
Le due amiche si risentono via Whatsapp alle 18.25. Giulia, sotto choc, racconta quanto le ha appena confessato Chiara: del fatto che Alessandro sarebbe visto male sul posto di lavoro, che qualcuno lo chiama addirittura “lurido” e che in passato sarebbe stato pure sospeso “per aver sottratto soldi”. La donna aggiunge che Impagnatiello “le ha rovinato la vita” e che per colpa sua sarà costretta a tornare al paese di origine in Campania, “dopo tutti i sacrifici fatti per lasciarlo”. Ecco le sue intenzioni: parlerà con Alessandro e poi se ne andrà. Alle 20.31, la donna riceve un sms dall’utenza di Giulia: “Niente, non ho parole”. Alla richiesta di ulteriori informazioni, arriva un nuovo messaggio alle 21.50: “Niente zia, non ne posso più, ora vado a riposarmi”. A quell’ora, la trentenne è già morta.

La dedica della sorella

«Io vorrei urlarlo al mondo come mi sento, ma le parole mi muoiono in gola». Sono i sentimenti atroci condivisi in queste ore da Chiara Tramontano, sorella di Giulia, la 29enne incinta al settimo mese scomparsa da Senago e ritrovata morta la notte del 1° giugno, uccisa dal compagno reo confesso Alessandro Impagnatiello. Dopo un primo messaggio social per ringraziare chi nei giorni passati ha dato speranza alla sua famiglia, Chiara è tornata a dedicare alcune parole struggenti alla sorella deceduta. «Noi saremo sempre quel fiore appoggiato alla tua spalla. Vi sorreggeremo entrambi, saremo come nuvole e guarderemo sempre in alto», scrive accanto a un disegno che ritrae Giulia, pensando anche al piccolo che la ragazza portava in grembo. «Perché io sono morta lentamente in questi cinque giorni. Noi siamo morti. Perché tu non sia mai sola. Siamo venuti con te, per poterlo cullare, abbracciare, toccare», aggiunge pensando al bimbo mai nato. «Perché volevo essere la zia più brava di sempre, se me lo avessero concesso. Noi avremmo voluto fare di più per portarti a casa. Ti prego… dimmi: è stato abbastanza? Tu ci hai sentito? Perché noi non sentiamo più nulla», chiosa Chiara Tramontano.
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