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domenica, Aprile 28, 2024
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L’incontro tra Antonio Moccia e Nicola Luongo, il boss indicò l’erede criminale ad Afragola

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Un agglomerato criminale di vastissime dimensioni divenuto, nel corso del tempo, una vera e propria “confederazione” di singoli gruppi criminali locali, ciascuno dei quali dotato di una propria competenza territoriale. Questa l’ultima fotografia che i magistrati antimafia fanno del clan Moccia. Il territorio di riferimento è quello di Afragola, Casoria, Arzano, Cardito, Caivano, Crispano, Frattamaggiore e Frattaminore: ogni zona è guidata da un “senatore” (storico affiliato di rango del clan che, nei periodi di detenzione o latitanza, nomina un reggente e/o vicario il quale interagisce con la “base” del Clan) dotato di una certa autonomia gestionale. I predetti “senatori” sono peraltro tenuti a rendere conto del proprio operato ad un “coordinatore delle diverse articolazioni territoriali del Clan” (che può anche essere uno di essi) il quale detiene la “cassa comune” (e, dunque, è la persona alla quale devono essere consegnati dai vari gruppi locali i proventi delle relative attività delittuose, successivamente redistribuiti sotto forma di “stipendio” agli affiliati liberi e detenuti in base al rispettivo rango criminale), pianifica le strategie comuni del sodalizio, dirime eventuali contrasti insorti tra i singoli gruppi criminali e rappresenta “all’estemo” l’organizzazione.

Detto referente criminale dell’organizzazione è, a sua volta, nominato dal “gruppo dirigente” del clan, costituito dai componenti della famiglia Moccia.

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Si assiste al ripetersi della medesima storia di camorra: chi riceve lo
scettro del comando dai vertici del clan assume onori e oneri; e il principale obbligo, è la
garanzia del corretto esercizio dei rispettivi poteri di “reggenza” assicurando il mantenimento economico dei sodali, individuati essenzialmente per appartenenza territoriale, molti dei quali coinvolti nei vari procedimenti di volta in volta pendenti.

Nell’ultima ordinanza si è accertato che gli attuali referenti del clan (LUONGO Nicola, BARBATO Mariano, PARZIALE Vittorio e SASSO Giuseppe) gestiscono le medesime attività illecite, da sempre appannaggio del clan Moccia, in particolare le medesime quote estorsive per un ammontare superiore ai 100 mila euro, destinate tra l’altro al mantenimento dei detenuti eccellenti del clan tra cui FAVELLA Francesco, CIMINI Domenico, VITUCCI Anseimo e lo stesso LUONGO Nicola; ed alla cui raccolta era deputato, fino a quel momento, AMABILE Antonio alias o tedesco e che, dal dicembre 2020, passavano nella gestione di SASSO Giuseppe

LUONGO Nicola all’atto della sua scarcerazione aveva avuto un incontro con MOCCIA Antonio, il quale lo aveva “incaricato” di assumere il controllo di tutte le attività illecite sul territorio di Afragola, prima di pertinenza di FAVELLA Francesco, detto o ‘ Cecce .

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