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venerdì, Aprile 26, 2024
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“Ora portalo all’ospedale”, le parole dopo l’omicidio di Maurizio. La figlia: “Ho lanciato la sedia e loro ci hanno aggredito”

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“Mo puortatill ‘o spital” in napoletano, “Ora portalo all’ospedale” in italiano. Questa la frase che il killer di Maurizio Cerrato avrebbe detto dopo averlo ferito mortalmente. Il 61enne è stato ucciso brutalmente ieri sera a Torre Annunziata. Stando a quanto emerge, infatti, Cerrato si sarebbe trovato in via IV Novembre per acquistare cibo da asporto in compagnia della figlia, rimasta con ogni probabilità in macchina ad attenderlo.

Proprio alla ragazza – è l’ipotesi che va prendendo corpo con le ore – sarebbero state indirizzate le invettive di chi rivendicava la titolarità di quel posto auto.

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Da qui sarebbe nata la controversia (ma su questa ricostruzione gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo) sfociata poi nell’aggressione mortale al sessantunenne che come racconta la ragazza (che sulla vicenda ha scritto un post sulla sua pagina Facebook) sarebbe sopraggiunto con l’intento di difenderla.

Il post della figlia di Maurizio Cerrato

La stessa figlia di Maurizio Cerrato, Maria Adriana Cerrato, con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, ha scritto: ”Ci tengo a precisare – scrive – che non è corretto dire che mio padre è morto in una lite. Mio padre è morto in un agguato in piena regola, solo per difendere me, che ero la luce dei suoi occhi. Lo hanno pugnalato e con questa gente non aveva mai avuto a che fare”.

Intervistata da FanPage.it

La ragazza, papà di Maurizio Cerrato, ha dichiarato che ad aggredire ed uccidere il papà non sarebbe stata una persona ma un gruppo. “Mi ha dovuto difendere perché mi è stato fatto un dispetto, mi è stata bucata una ruota dell’auto- E io non me la sono tenuta (cioè ha reagito ndr.),  perché non trovavo giusta questa cosa”, ha detto Maria a FanPage. Ho preso la sedia che loro avevano collocato al posto e l’ho spostata e loro  mi hanno fatto trovare la ruota bucata, squarciata. Dopo quella sedia gliel’ho messa sopra la loro macchina.

E loro hanno iniziato ad aggredirmi in un garage dieci metri più avanti , dove avevo fermato la macchina e mio padre mi aveva cambiato la ruota, dopodiché sono venute due persone che hanno aggredito me e mio padre. Quando la situazione sembrava quasi essersi placata, uno dei due ha chiamato altre persone, gli hanno teso un agguato, l’hanno accoltellato davanti a me.
Ho fatto una corsa disperata in ospedale, ma era già morto. Ho sempre saputo chi fosse mio padre. E se si è fatto ammazzare è stato solo per difendere me”.

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