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venerdì, Aprile 26, 2024
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Camorra. Un triumvirato governava ‘Abbasc Miano’: raid e agguati a chi non si piegava

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Un controllo totale che in poco tempo aveva fatto ripiombare il quartiere nel terrore. Un controllo che non ammetteva contrasti come dimostrano i raid e le minacce a chi non si piegava al nuovo corso di ‘abbasc Miano’. Un esempio. L’attentato incendiario subito da Luigi Cifrone per essersi allontanato dal clan e per aver deciso di passare con ‘quelli di sopra’: era il 12 settembre del 2019 quando una molotov fu lanciata contro l’abitazione del ras in vico Cotugno. Secondo la ricostruzione quell’azione intimidatoria «fu il frutto di una deliberazione programmata dal gruppo facente capo a Matteo Balzano».  Un’azione contestata allo stesso Balzano (indicato come il capo dell’ala militare insieme a Salvatore Scarpellini ‘cicchillotto’) ma anche a Stefano Bocchetti (ucciso poche settimane fa), a Giovanni Borriello, Gianluca D’Errico e al fratello di Scarpellini Giovanni. Un gruppo agguerrito che aveva messo in piedi anche un proprio ‘sistema’ per effettuate le estorsioni ai danni dei commercianti, esercenti vessati dal nuovo gruppo capeggiato proprio dal triumvirato (a capi c’erano Gianluca D’Errico, Matteo Balzano e Salvatore Scarpellini). È questo un altro retroscena emerso dall’ordinanza di custodia cautelare che questa mattina ha smantellato il gruppo di ‘Abbasc Miano’. Dalle pagine del provvedimento emerge l’esistenza di un accurato sistema criminale che, attraverso i pizzini, permetteva ai membri del gruppo di controllare chi pagava e chi no. Le comunicazioni venivano filtrate anche dal carcere e in tale ambito fondamentale era il ruolo delle donne del gruppo tra cui quello di Maria Trambarulo, moglie di Salvatore Silvestri, vero anello di congiunzione tra il marito detenuto e il resto del neonato gruppo che voleva dominare su tutta Miano. Tra gli altri personaggi femminili spicca poi il nome di Vincenza Carrese detta ‘Nancy’, moglie di Pasquale Sibillo detenuto nello stesso carcere di Silvestri. Fondamentali le ricostruzioni dei collaboratori di giustizia tra cui quelle di Luca Covelli (finito agli arresti domiciliari in località protetta)

Le indagini della Procura

Per la Procura sono loro ad aver tentato la scalata inaugurando nella parte bassa del quartiere (appunto chiamata ‘Abbasc Miano’) una nuova stagione di terrore cercando di occupare quegli spazi lasciati vuoti dalla deflagrazione del clan Lo Russo anche avvalendosi di familiari di ras un tempo organici ai capitoni. È il caso per esempio di Maria Trambarulo, moglie di Salvatore Silvestri nonchè nipote di Gennaro Trambarulo ‘storico’ esponente dell’Alleanza di Secondigliano, e di Mariarca Bosti, moglie di Luciano Pompeo e un tempo fedelissimo del ras Valerio Nappello. Proprio Silvestri e Pompeo erano stati condannati ieri a 20 anni di reclusione per l’omicidio di Patrizio Serrao.

Ecco come era strutturato il gruppo di ‘Abbasc Miano’.

E’ lì, nella parte bassa di via Valente che avevano costituito la propria roccaforte quei ras che da mesi avevano lanciato il guanto di sfida agli altri gruppi o meglio a coloro che venivano identificati con la ‘vecchia guardia’. Non è un caso che l’ultimo ferimento di sei mesi fa ha interessato Luigi Torino, figlio di quel Salvatore ‘o gassusar che iniziò la sua ‘carriera’ criminale con Ettore Sabbatino e Giuseppe Lo Russo, l’unico dei fratelli a non essersi pentito, l’unico che non ha condiviso la scelta dei suoi fratelli Salvatore, Mario e ultimo Carlo. Proprio su Giuseppe negli ultimi tempi si erano concentrate le attenzioni degli investigatori visto che, stando alle ultime informative, sotto la sua figura carismatica si erano riuniti alcuni ‘irriducibili’ dei tempi che furono. Dopo l’agguato a Torino c’è stato l’attentato incendiario contro l’abitazione di Luigi Cifrone ras facente parte del gruppo di giovani ras che si sono sentiti ‘traditi’ dai primi, come i Perfetto, i Cifrone, gli stessi D’Errico, i Balzano, gli Scarpellini: sono loro, secondo le forze dell’ordine, ad aver lanciato una campagna di ‘apartheid’ contro gli ex capi con striscioni, scritte sui muri (‘Ztl Lo Russo’) e continue minacce a chi in un modo o in un altro è legato al vecchio clan. Oggi anche per loro è arrivata una sfilza di provvedimenti cautelari.

Questi i nomi dei soggetti coinvolti

In carcere

1. BALZANO Matteo

2. BORRIELLO Giovanni detto Cap e’ chiov

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3. CANGIANO Vincenzo detto Marmocchietto

4. CONTIELLO Angelo detto angioletto

5. D’ARIA Patrizio

6. D’ERRICO Gianluca detto fragolino

7. DE MARINIS Mario

8. DE MARINIS Salvatore detto Sasà

9. ESPOSITO Salvatore detto Totore musc tre chili

10. FALCONE Giuseppe detto Peppe mozzarella

 11. GARNIER Gaetano 

12. GERVASIO Francesco detto pinocchio

13. MALLARDO Ciro detto o’ Mallard

14. MARCIELLO Giuseppe detto Pinuccio

15. MINERVINO Vincenzo detto o’ Gabbiano

16. NATALE Alberto

17 Patierno Cristian

18 Pesacane Angelo

19 Peluso Alessio detto ‘o nir

20 Sansone Salvatore detto Savio

21 Scarpellini Salvatore detto Ciccilotto

22 Sepe Alessio detto Mumù

23 SILVESTRI Pasquale

24 SILVESTRI Salvatore 

25 TRAMBARULO Maria

26 VALENTINO Marco

27. VITALE Arcangelo detto Angiulill

28. VELOTTI Salvatore,

29 SCARPELLINI Giovanni 

Arresti domiciliari 

Luca Covelli

Divieto di Dimora

Mariarca Bosti

Maria Caiazzo

Vincenza Carrese

Cira Ciotola

Martina Torre

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