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sabato, Aprile 27, 2024
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Città più pericolose d’Italia, Napoli al decimo posto: al primo posto c’è Milano

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Napoli non è la città più pericolosa d’Italia. A dirlo è la classifica dell’indice di criminalità stilata dal Sole 24 Ore. Un indicatore semplice che calcola quante denunce vengono registrate in tutte le province, ogni 100 mila abitanti. Il dato generale, sovvertendo la narrazione della Napoli criminale, è già una notizia, se poi a guidare la graduatoria è Milano, allora si ha la cognizione della portata che questo può avere.

A Milano (prima) infatti, i dati raccolti dal Viminale, registrano 225 mila denunce a da noi solo 135 mila 980. Napoli (decimo posto) è superata anche da altre realtà urbane di grandi dimensioni come Roma (3°), Bologna (4°), Firenze (5°) e Torino (6°), e da città più piccole come Rimini (2°), Prato (9°), Livorno (8°) e Imperia (7°). La provincia partenopea però svetta nelle classifiche per svariati reati che vanno dalle rapine all’associazione di tipo mafioso, passando per l’usura, il riciclaggio, il contrabbando e la contraffazione.

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Napoli in vetta

Entrando nel dettaglio si può notare come Napoli sia al secondo posto per furti di motocicli: sono state 4.737 le denunce, quasi il doppio rispetto a Milano. Stessa posizione per il furto con strappo, mentre è terza per le auto rubate. Anche le denunce per rapine vedono la nostra provincia piazzarsi al secondo posto. Altro dato doppio rispetto a Milano è quello degli omicidi volontari e dei tentati omicidi. A Napoli si contano 36 denunce totali di omicidio mentre a Milano quasi la metà.
Dunque per i rati che maggiormente vengono percepiti, quelli riconducibili alla microcriminalità, che hanno un impatto immediato e diretto sulla vita dei cittadini, Napoli è sempre tra i primi tre posti delle classifica. Questo spiega anche i gravi problemi di sicurezza che non possono essere ridotti a mera narrazione dopo gli episodi tragici come quello del giovane Giovanbattista Cutolo, il musicista ucciso a piazza Municipio all’alba del 31 agosto da un sedicenne armato di pistola. In più, l’indice è misurato tenendo conto delle denunce registrate e questo può avere un effetto inverso. Dove lo Stato è maggiormente presente e riesce a garantire maggiore protezione, aumentano le denunce. In realtà come quella napoletana, invece, spesso molti reati non vengono denunciati, non solo e non esclusivamente per problemi di sicurezza personale o per omertà, ma per la percezione di inutilità dell’atto. Il caso del «cavallo di ritorno» sui veicoli rubati, il metodo attraverso il quale chi subisce il furto di un veicolo prova a recuperarlo pagando i ladri, è emblematico e ha un peso importante sul numero di denunce riducendolo.

Violenze sessuali

Stessa dinamica si può ritrovare nelle denunce per violenza sessuale. A Napoli si registrano solo 211 denunce, rispetto alle 587 di Milano. Questo non significa affatto che qui il fenomeno sia ridotto ma, semplicemente, che nella nostra provincia le vittime spesso non hanno garanzie perché mancano i luoghi di protezione ed accoglienza e perché quella rete pubblica che permette a chi subisce una violenza di denunciare è inesistente.

Capitale del falso

Resta una caratteristica tutta partenopea quella della contraffazione e del contrabbando, due cliché reali che si sono cristallizzati negli anni. Con 410 denunce per contrabbando la nostra provincia guida la classifica nazionale e si conferma la capitale di questa economia sommersa. Sono 568 le denunce per contraffazione di marchi e prodotti industriali, un dato importante e sostanzioso che sottolinea come un intero settore, il tessile partenopeo, da sempre parte importante del tessuto economico nazionale, sia spesso supportato e affiancato da un comparto che resta nell’ombra e che ha nella produzione dei falsi il suo vero focus.

Associazione mafiosa

La provincia Napoletana guida anche la classifica per denunce di associazione mafiosa. Un primato che, abbinato con la vetta raggiunta per la graduatoria di denunce per riciclaggio e impiego di denaro e per usura, mostra come Napoli e la sua area metropolitana siano diventate una delle capitali del crimine organizzato.
Un territorio dove degli interessi anche economici e finanziari delle grandi organizzazioni criminali si concentrano e trovano nelle economie legali i canali adatti a ripulire i ricavi delle attività illecite.

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