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sabato, Aprile 27, 2024
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Morto l’uomo contagiato dal fungo killer, è la prima vittima in Italia

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Non ce l’ha fatta il 70enne ricoverato all’ospedale dell’Angelo di Mestre. L’uomo era stato contagiato da Candida Auris, il “fungo killer” incurabile dai normali antibiotici. Nonostante le sue condioni fossero gravissime già dai primi momenti, fino all’ultimo si sperava la situazione migliorasse. Il decesso è avvenuto per un mix di patologie, tra cui anche la temutissima Candida Auris, resistente al 90 per cento degli antifungini e altamente contagiosa. Era il primo caso di infezione del Veneto, ora è anche il primo decesso. A riportarlo è Il Corriere del Veneto.

L’uomo, di ritorno dal Kenia, era in ospedale dai primi giorni del mese. Si era recato all’estero per un viaggio di lavoro e proprio lì avrebbe contratto il fungo. Durante il suo soggiorno, ha sofferto di calcoli renali e, per curarsi, si è rivolto ad una clinica privata. Le sue condizioni però, invece di migliorare, sono peggiorate. La sua famiglia ha così il trasferimento all’ospedale dell’Angelo di Mestre. I medici, visto il luogo di provenienza, hanno deciso di sottoporre il 70enne a tutti gli esami del caso senza tralasciare nessun dettaglio. Al termine di questi, la diagnosi che purtroppo si sospettava: aveva contratto il Candida Auris, quasi sicuramente all’interno della struttura sanitaria keniota, dove è facile ci fossero altri casi in essere.

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Resistente agli antisettici comuni

In Veneto si tratta del primo episodio certificato. In reparto sono scattate fin dal primo momento tutte le verifiche del caso e ogni precauzione per evitare il diffondersi della Candida killer sono state messe in campo. “Può colonizzare la cute delle persone e contamina superfici e ambiente – aveva spiegato alla scoperta dell’ingresso della Candida Auris in ospedale il direttore della Microbiologia dell’Angelo Claudio Scarparo -. È difficile da eradicare perché è resistente agli antisettici comuni, in Liguria ci hanno messo due anni per liberarsene”. Non basta, cioè, disinfettare tutto: il virus può formare biofilm sulle superfici. Fortuantamente, non risultano oggi altri contagi a due settimane dall’arrivo del paziente.

Alto livello di mortalità

La Candida Auris è praticamente resistente ad ogni tipo di antibiotico e ha un tasso di mortalità altissima: tra il 20 e il 70 %. La percentuale si avvicina al picco più alto se la vittima è una persona fragile, come l’uomo deceduto a Mestre (era stato colpito da calcoli renali, una delle patologie, insieme a diabete, malattie dell’orecchio e traumi).

L’appello del ministero

La trasmissione di questa Candida è in crescita in Italia e a fine dello scorso novembre il ministero della Salute ha diramato una circolare perché aumenti l’attenzione in tutte le strutture sanitarie del Paese. “In Italia dal 2019 – si legge – sono stati descritti e notificati sia casi importati che autoctoni di colonizzazione o infezione, per un totale di circa trecento casi”. Il ministero comunica che ogni ogni caso va comunicato “tempestivamente” al Sistema informativo delle malattie infettive e diffusive. “Si raccomanda di seguire quanto più attentamente possibile le indicazioni – continua – per la riduzione del rischio, il riconoscimento, l’informazione ai soggetti coinvolti e la gestione dei casi di Candida Auris”.

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