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sabato, Aprile 27, 2024
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«Non riuscimmo a sparare», Rolletta racconta il fallito agguato al ras La Penna

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Una guerra senza esclusione di colpi. Una guerra totale quella di Ponticelli dove non sono mancate bombe, omicidi, stese e agguati mancati. Come quello contro Luca La Penna, raggiunto ieri da ordinanza di custodia cautelare in carcere (leggi qui l’articolo) insieme a Luigi Austero e Alfonso De Luca. Ieri pomeriggio, durante l’udienza di convalida, il gip Giovanna Cervo pur non convalidando il fermo eseguito dai carabinieri ha comunque confermato il carcere per i tre bombaroli dei De Luca Bossa. I tre farebbero parte del gruppo da mesi in guerra con i De Martino XX. Proprio i De Martino erano l’obiettivo dichiarato dell’ordigno fatto esplodere la settimana scorsa. Per il gip esiste concreto pericolo di fuga. Proprio su La Penna c’è uno dei tanti verbali del collaboratore di giustizia Rosario Rolletta che ha spiegato come ‘Luchetto’ sia stato vittima di un tentato omicidio:

«Nei mesi di settembre ottobre vi voglio raccontare di aver partecipato all’organizzazione di un agguato nei confronti di tale Luchetto affiliato al clan De Luca Bossa: Fiorentino Giulio ci aveva detto che costui si trovava nei pressi di un venditore di TLE di contrabbando di fronte al Deco del Lotto 10 poichè era andato lì a riscuotere la settimana per conto del clan. A quel punto ci siamo armati e siamo partiti con due motorini con targa coperta. Eravamo io e Alessio senza armi su un SH bianco 300 modello vecchio intestato alla ragazza di Pangia Luigi e Uccello Ciro e Genny Pangia su altro SH di colore bianco di Alessio. Era armato Uccello Ciro con una pistola calibro 40. Quando siamo giunti sul luogo ove si trovava Luchetto costui si stava dirigendo verso Mario Sorrentino che abita nei pressi del commissariato Ponticelli. Nell’occasione non riuscimmo a sparare a Luchetto perché non lo trovammo ma nell’occasione ci fu un inseguimento con la polizia che non riuscì a fermarci. Ricordo che ci liberammo delle targhe di copertura».

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Il racket ai pusher di Ponticelli imposto dagli ‘XX’

Sono stati i collaboratori di giustizia a descrivere la guerra in corso a Ponticelli tra i De Luca Bossa (alleati con i Casella) e i De Martino ‘XX’. Ieri quattro giovani ras di quest’ultimo gruppo sono stati raggiunti da un decreto di fermo firmato dai pubblici ministeri Antonella Fratello e Simona Rossi (leggi qui l’articolo). Proprio nel provvedimento vengono ricostruiti i mesi di guerra. Grazie al contributo dei collaboratori di giustizia che hanno raccontato il ruolo e i profili dei giovani impegnati nelle minacce ai pusher del Rione De Gasperi. Rosario Rolletta, ex voce di dentro prima dei De Micco e poi dei De Martino ha spiegato questa nuova fase della guerra. Il suo ultimo verbale datato 10 marzo è significativo: «Ciro Uccella appartenente al clan De Martino per il quale si occupa di estorsioni. Riconosco Vincenzo Di Costanzo detto ‘o gabibbo il quale è un tuttofare del clan e nello specifico custodisce le armi, vende la droga ed esce per fare gli agguati. Salvatore Cardillo si occupa prevalentemente di estorsioni e di recupero delle armi. Pietro Frutto si occupa di estorsioni e di armi».

Il pentito Rolletta contro i De Martino ‘XX’

Rolletta poi si sofferma sulle minacce e sulle ritorsioni messe in atto ai pusher della zona: «Nel periodo di settembre/ottobre 2020, quando il gruppo De Martino si era già scisso dal cartello per le ragioni che ho già indicato, ci contrapponevamo ai De Luca Bossa-Casella anche nelle estorsioni alle piazze. Nel Rione De Gasperi vi sono due piazze di spaccio di crack gestite rispettivamente da “o’Nippolo”. di cui non conosco il nome e da (….) dalle quali prendevamo la settimana. A prendere le quote dalle piazze erano principalmente Pietro Frutto ed Alessio, nonché il Gabibbo. Ricordo che mandammo a chiamare o’Nippolo appena avvenne la spaccatura e lui non si presentò, motivo per cui Pietro Frutto ed Alessio sottrassero al figlio un’autovettura di colore bianco che venne restituita solo quando il Nippolo e (…) vennero a portarci 3.500 euro, accordandosi per il pagamento di una quota al nostro gruppo. Per un breve periodo queste due piazze di spaccio hanno pagato sia noi che i Minichini-De Luca Bossa-Casella».

La guerra per le piazze di Ponticelli:«Vi piazziamo una bomba sotto casa»

A sostegno di queste dichiarazioni ci sono poi anche delle intercettazioni che vedono come protagonisti due dei fermati di ieri, Pietro Frutto e Ciro Uccella. Quest’ultimo si rivolge ad una donna e con tono minaccioso le dice:«Dovete fare un’imbasciata al figlio del nippolo che lui qui non deve vendere più nè lui nè la madre, mi devono portare 5mila euro ma non devono fare niente più». Nella conversazione poi interviene Frutto che minaccia la donna di consegnare il denaro, in caso contrario potrebbe posizionare un ordigno presso la loro abitazione asserendo che, nel quartiere, si starebbe sottovalutando la forza degli XX:«Vi stiamo facendo un piacere pure a voi….Sì….”ò Tarali” ha una chance in più perché si è sempre comportato bene, Francesco! Altrimenti stasera vengo, gli metto una bomba fuori la porta e lo faccio saltare in aria! Così….a zia…Voi gli dite queste parole….Sì è messo a vendere l’erba, non è che è venuto qua a dire Ragazzi… Ci stanno sottovalutando un sacco di loro….a zia…Queste cose….lo sapete com’è!».

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