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domenica, Aprile 28, 2024
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Omicidio dal barbiere a Napoli, ergastolo per il mandante del feroce agguato

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Carcere a vita in quanto considerato il mandante dell’omicidio. Quello di Luca Megali, avvenuto a Pianura in un negozio di barbiere il 6 novembre 2014: per quel delitto la Corte d’Assise di Napoli ha condannato all’ergastolo Giuseppe Mazzaccaro ‘Peppe della novantanove’, indiscusso reggente del clan Sorianiello del Rione Traiano. A tirare in ballo Mazzaccaro Genny Carra, l’ex colonnello dei ‘rivali’ Cutolo che parlò per primo del coinvolgimento di Mazzaccaro in quell’omicidio.

Quello di un barbiere che con la malavita non aveva nulla a che fare e che pagò con la vita l’essere imparentato ad Antonio Megali. Un omicidio nato per vendicare la morte di Fortunato Sorianiello, figlio del boss, ucciso dal gruppo Tommaselli (a cui Antonio Megali apparteneva). Un delitto che avrebbe potuto innescare una guerra senza fine. Carra, oltre che di tali vicende, ha spiegato ai magistrati anche il contesto in cui maturò tale guerra evidenziando il probabile coinvolgimento dei Sorianiello (al momento per quell’omicidio non c’è alcun indagato) in un altro delitto, quello di Gennaro Parisi, ex factotum del boss Carlo Tommaselli. Per inizio marzo è attesa la requisitoria del pubblico ministero per quel delitto tanto efferato.

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Le rivelazioni di Carra sui Sorianiello

L’ex ras del clan Cutolo ha spiegato che «Fortunato Sorianiello fu ucciso perchè i Sorianiello volevano prendersi un basso di proprietà di un parcheggiatore di nome Gennaro (Parisi ndr, successivamente ucciso sulla salita di via Piave) di cui non ricordo il nome. Questo basso si trova nella 99 e i Sorianiello. Quando questo Gennaro fu estromesso quest’ultimo si rivolse a Tommaselli che andò con i soccavesi a casa da Alfredo Sorianiello in quel momento detenuto e al suo posto erano reggenti Mazzaccaro e i figli Fortunato e Simone Sorianiello. Tommaselli ebbe un diverbio con Fortunato e ciò nonostante i Sorianiello continuavano a detenere un basso perchè affermarono che stava nella loro zona e spettava a loro. Dopo un po’ abbiamo appreso della morte di Fortunato Sorianiello». Poi Carra entra nei particolari:«Quando andammo a fare le condoglianze chiesero aiuto sia a noi che ai Puccinelli. Loro erano diffidenti e noi andammo a fare le condoglianze proprio per dimostrare la nostra estraneità ai fatti. Ci dissero che già sapevano chi era stato, perché il barbiere (il titolare del negozio in cui fu ucciso Sorianiello) gli aveva detto che Carlo Tommaselli e Antonio Megali avevano commesso l’omicidio».

L’omicidio del parcheggiatore amico di Tommaselli a via Piave

Carra poi fa un accenno all’omicidio di Parisi svelando un retroscena rimasto inedito fino ad ora: «Subito dopo la morte di Fortunato Sorianiello è stato ucciso il parcheggiatore a via Piave che si era rivolto a Tommaselli per la questione del basso. La sera che è morto il parcheggiatore a via Piave sia noi che i Sorianiello eravamo in tavoli separati a mangiare a Pozzuoli in un ristorante. Ad un certo punto li ho visti aprire le bottiglie, e quando abbiamo saputo dell’omicidio del parcheggiatore abbiamo capito perchè festeggiavano».

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