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giovedì, Aprile 25, 2024
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Napoletani scomparsi in Messico, partita l’operazione speciale per il ritrovamento

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E’ in corso un’operazione congiunta delle autorità statali e federali per le ricerche dei 3 napoletani scomparsi in Messico, Antonio e Raffaele Russo e di Vincenzo Cimmino. Come riporta il sito messicano Milenio più di 70 persone con unità cinofile sono impegnate da ieri nel comune di Tecalitlán, Jalisco, nei pressi di un ponte sulla strada per Jilotlán de los Dolores.

Per la “sparizione forzata” di Antonio e Vincenzo sono stati condannati a 50 anni, anche in appello, due agenti della pattuglia della polizia locale che li fermò. Una terza è evasa e risulta ricercata. Ricerche supportate da tre cani che stanno setacciando le vicinanze del ponte Maravillas, situato sul tratto stradale da Tecalitlán a Jilotlán de los Dolores.

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Napoletani scomparsi in Messico: “Venduti al boss dei narcos per 43 euro”

Nell’aprile 2021 due agenti della polizia municipale di Tecalitlan furono condannati per la scomparsa dei napoletani in Messico. Purtroppo dei tre non si ebbero più notizie dalla fine di gennaio del 2018. Nel processo venne imputata anche un’altra poliziotta, che si allontanò dal tribunale prima della fine dell’ultima udienza rendendosi irreperibile. Risulta ricercata ma in Messico la legge non prevede che siano emesse sentenze in contumacia. Quindi i giudici stralciarono la sua posizione.

Il ruolo del boss del cartello di Jalisco

Dopo l’arresto i poliziotti confessarono di aver ceduto i rapiti al boss del cartello di Jaslisco, Josè Guadalupe Rodriguez Castillo, detto el Quince o don Lupe. La ricompensa per ognuno dei napoletani scomparsi si aggira ad una cifra pari a 43 euro. In tribunale i poliziotti provarono a ritrattare le confessioni, estorse, secondo loro con la forza. Gli agenti accusati di sparizione forzata per la quale sono previsti tra i quaranta e i sessant’anni di carcere.

IL PROCESSO SULLA SCOMPARSA DEI TRE NAPOLETANI IN MESSICO

Il Tribunale dello stato messicano di Jalisco, al termine di un processo durato dieci giorni, condannò Salomon Adrian Ramos Silva ed Emilio Martines Garcia. Due poliziotti accusati per la “sparizione forzata” di Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, due dei tre napoletani scomparsi in Messico il 31 gennaio 2018.

Per la condanna di Linda Guadalupe Arroyo, che si è data alla fuga ieri durante una pausa, si dovrà attendere la cattura. Il racconto fornito agli inquirenti e ai giudici durante la fase dibattimentale da Francesco Russo, figlio, fratello e cugino dei tre scomparsi trovò trovato ampia conferma. Il 31 gennaio 2018 furono quattro gli agenti che prelevarono i due giovani in strada per consegnarli, dietro compenso, al cartello criminale Càrtel Jalisco Nueva Generacion (CJNG). Il quarto agente, Fernando Hernandez Romero non fu imputato in quanto morto, in circostanze misteriose, in carcere.

Napoletani scomparsi in Messico, la svolta: condannati due poliziotti, terzo agente in fuga

Raffaele Russo, 60 anni, commerciante ambulante, viaggiava spesso insieme ad altri familiari tra Napoli e il Messico, dove si trovava per lavoro il 31 gennaio. Dalle 15:30 ora locale di quel giorno il suo cellulare è risultato spento. Il figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino provarono a raggiungerlo a Tecalitlán. Si tratta dell’ultima località indicata dal GPS del suv che lui aveva preso a noleggio, un Honda CRV bianco (targato E03APK).

Giunti sul posto inviarono alcuni messaggi vocali Whatsapp ai familiari ai quali dissero di essere fermi a un distributore di benzina dalla. Gli agenti arrivarono su due moto e un’auto. Da quel momento non si seppe più nulla di loro e la polizia locale smentì il loro arresto. Parcheggiarono il noleggiato un suv uguale a quello di Raffaele Russo, targato M89AJV.

 

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