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domenica, Aprile 28, 2024
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Omicidio di Anthony, Pasquale resta in carcere: scena muta davanti al giudice

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Si è avvalso della facoltà di non rispondere, Pasquale Muro, il giovane di 20 anni accusato di avere ucciso Antonio Artiano, 23 anni, il fidanzato della sorella, gravemente ferito alla testa da un colpo di pistola esploso durante una lite tra parenti, al Rione Traiano di Napoli.   Muro, difeso dall’avvocato Luigi Senese, si è presentato stamattina davanti al gip il quale poco fa ha disposto per lui la misura cautelare in carcere. Pasquale, che insieme alla famiglia era andato via da rione Traiano per paura di ritorsioni, è stato prelevato venerdì scorso dalla Polizia da una località del centro Italia e portato in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria.

    Il giudice ha anche disposto il trasferimento degli atti a Napoli per competenza.

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La sua famiglia, attraverso il padre, nei giorni scorsi ha reso noto che il grave episodio è avvenuto nel corso di un confronto “chiarificatore” tra le famiglie di Artiano, figlio di un presunto esponente della malavita locale, chiesto dopo alcuni episodi di violenza che si erano verificati ai danni della sorella di Pasquale, legata da una relazione burrascosa con Antonio, conosciuto anche come “Anthony”

Dall’attività investigativa svolta in questi giorni dagli uomini della squadra mobile è emerso che Artiano  aveva una relazione sentimentale burrascosa con la sorella dell’indagato e che, a seguito dell’ennesima lite tra i due, i familiari della giovane donna si erano recati presso alcuni parenti di Artiano per chiarire la vicenda. Il confronto sarebbe poi degenerato con Muro che, armato di pistola, avrebbe esploso dei colpi d’arma da fuoco all’indirizzo della vittima ferendolo alla testa. I familiari della ragazza, temendo ritorsioni, si erano subito allontanati dal Rione Traiano. La polizia li aveva poi raggiunti per ascoltare anche la loro versione dei fatti.

Il contesto in cui è maturato il delitto Artiano

La famiglia di Antony aveva, tramite l’avvocato Paolo Gallina, aveva diffuso un comunicato dove faceva intendere che la pistola usata nel raid, inizialmente attribuita ad Artiano, fosse in realtà stata maneggiata da altri confermando la notizia diffusa in anteprima da Internapoli e cioà che il delitto non fosse attribuibile a episodi di criminalità organizzata ma a dissidi di carattere familiare (leggi qui l’articolo). «Quanto successo è perché Anthony picchiava mia figlia e abbiamo le prove di queste violenze e delle minacce subite – ha dichiarato Gianluca Muro, padre della fidanzata di Artiano e di Pasquale, il 20enne arrestato – abbiamo sbagliato, ci dovevamo rivolgere alla giustizia dall’inizio. Invece abbiamo cercato di risolvere la vicenda parlando con la famiglia del ragazzo. Voglio dire che siamo andati via dal rione solo per paura di ritorsioni e che, come abbiamo dimostrato dall’inizio di questa brutta storia, siamo stati e siamo tuttora a disposizione delle forze dell’ordine».

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