Ferdinando Fenicia potrebbe essere stato attìrato in una trappola dai suoi assassini. L’auto è stata rìtrovata in fiamme a pochi metri dal cadavere del 37enne, all’uscita Caivano della superstrada Ss7bis, nel territorio di Orta di Atella. La Fiat 500 L di colore bianco è sttata data alle fiamme per eliminare ogni prova e questo aspetto farebbe pensare che il killer sia entrato a stretto contatto con Fenicia.
Le modalità di esecuzione sono prettamente camorristiche, anche se il nome di Fenicia non risulta collegato ad alcun clan. Nel passato del 37enne i precedenti sono tutti legati alla droga. Nel luglio del 2005 Fenicia finì in manette insieme ad altre 16 persone nell’ambito dell’operazione denominata “terra bruciata”. La banda, che aveva ramificazioni a Qualiano, Calvizzano e Mugnano, nascondeva la droga nelle casse da morto e nei carri funebri, per eludere i controlli e portare i carichi dalla Spagna sino a Napoli. Da qui gli stupefacenti – eroina, hashish, marijuana ed ecstasy – venivano rivenduti in Molise, in Umbria e in Calabria a costi triplicati.
Al momento le piste seguite dai carabinieri della compagnia di Marcianise, diretti dal capitano Luca D’Alessandro, sono diverse ma tutte di matrice camorristica. Non è escluso che l’omicidio Fenicia possa essere collegato agli ultimi fatti di sangue che hanno riguardato l’area a nord di Napoli nell’ultimo fine settimana.