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mercoledì, Maggio 1, 2024
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Cognato dei Lo Russo ucciso per aver schiaffeggiato il boss in carcere, il racconto del pentito

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Pasquale Bevilacqua ha avuto un legame di sangue con il clan Lo Russo, nato in seguito al suo matrimonio con la sorella dei boss, però, il 2 febbraio 1991 non sfuggì alla furia dei killer che entrarono in azione in via Cupa Coppa a Chiaiano. Dalle ultime indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli sarebbero emersi nuovi dettagli sull’omicidio ordinato dal boss Peppe Lo Russo ed eseguito da Vincenzo Licciardi e Gaetano Bocchetti.

Dunque per la Procura quel delitto sarebbe stato ideato ed organizzato dal clan di Miano nell’ambito di un’epurazione interna condotta con il sostegno degli alleati della Masseria Cardone. Così Bevilacqua sarebbe stato punito per aver schiaffeggiato in carcere Salvatore Lo Russo dopo aver saputo della morte di un suo amico decisa dalla cosca dei Capitoni.

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LE PAROLE DEL PENTITO CARLO LO RUSSO

Carlo Lo Russo ha parlato più volte dell’omicidio Bevilacqua, ma il 26 settembre del 2023 riconfermò le dichiarazioni rilasciate anni prima. “Ero libero quando è stato ucciso. Mio cognato Pasquale che come ho già detto aveva dato uno schiaffo in carcere a mio fratello Salvatore, era ormai mal visto da tutta la famiglia. Quando venne scarcerato si appoggiò al lato di Giugliano tramite i Licciardi. Sapeva che lo volevamo uccidere e cercò quindi la protezione dei Licciardi. Si consideri che già da detenuto veniva mantenuto dai Licciardi. Mio fratello Peppe parlò con Vincenzo Licciardi e gli disse chiaramente che Pasquale doveva morire. O ‘Chiatto si mise a disposizione e lo uccise insieme a Gaetano Bocchetti. Con la scusa di andarlo a prendere a Giugliano dove stava appoggiato lo portarono a Chiaiano in una traversa e lo uccisero in macchina. L’ho saputo da mio fratello Peppe. Mi ha raccontato che hanno sparato entrambi sia Vincenzo Licciardi sia Gaetano Bocchetti

LO SGUARRO AI LO RUSSO

Quindi Bevilacqua sarebbe stato ucciso per uno sgarro familiare, nonostante, avesse provato a rifugiarsi tra le fila degli alleati secondiglianesi. Carlo Lo Russo non avrebbe preso parte all’omicidio, anzi, come da lui stesso riferito in quel periodo per problemi personali era defilato dalla famiglia. Il pentito, però, sostiene di avere saputo del raid mortale sia dal fratello Mario che dal fratello Peppe.

Bevilacqua doveva morire anche perché mentre era detenuto a Poggioreale con mio fratello Salvatore, aveva schiaffeggiato quest’ultimo in quanto aveva saputo che la sera prima io avevo ucciso insieme con R.D.D. Renato tale “Luigi o signore” molto vicino a lui. Bevilacqua temendo che noi lo potessimo ammazzare quando fu scarcerato si avvicinò ai Licciardi. Quindi mio fratello Giuseppe per realizzare l’omicidio si rivolse ai Licciardi. Appresi da mio fratello Giuseppe di questo omicidio“, conclude Carlo Lo Russo.

 

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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