La Procura non vuole fare sconti e mette all’angolo i Bosti. Sono state infatti dichiarate concluse le indagini preliminari a carico del boss Patrizio Bosti, dei figli Ettore e Flora e del genero Luca Esposito. Non è escluso che a breve possa arrivare la richiesta di rinvio a giudizio per i quattro arrestati ad inizio luglio pochi giorni dopo la scarcerazione del padrino dell’Alleanza di Secondigliano che adesso rischia seriamente di dover affrontare un nuovo processo. Secondo l’accusa Bosti senior continuava ad a impartire ordini dal carcere tramite la figlia Flora considerata una sorta di cassiera del clan. Stesso escamotage utilizzato dal figlio Ettore, da tempo recluso nel carcere di Cuneo. Il ras inviava un telegramma alla moglie con frasi e parole messe in risalto con evidenziatori di colori diversi. Questo lo stratagemma utilizzato per mandare ordini all’esterno. Questa è stata la conclusione dei giudici che hanno bloccato l’invio della missiva.
Il provvedimento, spiccato dal magistrato di sorveglianza della città piemontese e confermato dal tribunale di Torino, è stato ratificato anche dalla Cassazione, che ha respinto il ricorso dell’uomo. L’episodio è del 2023. Ad attirare l’attenzione dei magistrati, come si legge nelle carte del procedimento, è stato “l’ampio utilizzo di evidenziatori colorati utilizzati limitatamente a frasi e parole specifiche”, cosa che ha portato a sospettare “un tentativo di trasmissione di messaggi criptici da parte del detenuto alla consorteria di appartenenza”. Inutilmente l’uomo ha sostenuto – con tanto di documentazione – che era sua abitudine utilizzare gli evidenziatori e che non si trattava di qualche codice particolare. Il detenuto aveva ricevuto una lettera ‘trattata’ in modo molto simile.