Quattro dei conti correnti sui quali venivano versati gli illeciti profitti della pirateria multimediale italiana sono stati attivati su filiali di istituti bancari che si trovano a Napoli. A rendere nota l’informazione è Emme-Team, lo studio di consulenza italo-statunitense che si sta occupando, tra l’altro, di fare luce sulla morte di Tiziana Cantone.
“Tutte queste prove certificate dalla Corte statunitense e dai gestori di servizi internet, – si legge nella nota di Emme-Team – sono già state messe a disposizione della Guardia di Finanza e consegnate alla Procura della Repubblica di Napoli”.
LOTTA ALLA PIRATERIA E AL PEZZOTTO
Il capoluogo partenopeo, con la possibilità di bloccare le violazioni on line e di ottenere il risarcimento del danno subito, grazie ai tabulati internet consegnati su ordine della Corte Federale, “può diventare il simbolo della lotta alla Pirateria”. Le informazioni ottenute da Emme-Team sono frutto del procedimento federale civile statunitense intentato da Emme Team in rappresentanza di Lux Vide SPA, per la pirateria multimediale delle loro produzioni cine-televisive.
Successivamente grazie alle richieste di blocco della distribuzione illegale dei propri brani musicali da parte di artisti tra cui l’autore di testi Mogol, i cantautori Bobby Solo, Gianni Bella ed altri autori letterari è finalmente possibile, dopo due anni di intenso lavoro e grazie ai tabulati internet consegnati su ordine della Corte Federale, conoscere l’identità di chi da quasi vent’anni gestisce tutti i server utilizzati dalla pirateria italiana. (ANSA).
L’ombra della camorra sull’abbonamento ‘pezzotto’, 10 euro al mese per vedere i film
Seconda una stima ammonta a oltre mezzo miliardo di euro il giro d’affari generato da un ingente numero di brani musicali e film “piratati”. Tutti illecitamente stoccati su server americani, scoperto dai consulenti Usa di Emme Team durante due anni di indagini eseguite per Lux Vide società di produzione tv e cinematografica vittima della pirateria.
Un affare gestito da un tedesco residente a Londra sul quale si allunga l’ombra delle mafie. Milioni di utenti per accedere ai file pagavano 10 euro al mese via PayPal e PostePay registrate anche su conti correnti “napoletani”. La documentazione consegnata alla Procura di Napoli.
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