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mercoledì, Maggio 1, 2024
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Pizzo al parcheggiatore abusivo a Ponticelli, torna libero Christian Hatroubi

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Prima crepe nell’inchiesta contro i clan di Ponticelli. E’ stato infatti scarcerato Youssef Christian Hatroubi raggiunto due settimane fa da un decreto di fermo con l’accusa di estorsione aggravata. Si tratta dell’inchiesta sui clan di Ponticelli culminata con i due decreti a carico dei De Luca Bossa da un lato e dei De Martino ‘XX’ dall’altro. In riferimento al primo era stato il gip del tribunale di Prato a convalidare il fermo per il giovane applicandogli la misura della custodia cautelare in carcere e rinviando quest’ultimo gli atti al tribunale di Napoli dichiarando la sua incompetenza per territorio. Il gip del tribunale di Napoli è così giunto a diverse conclusioni decidendo di rigettare la misura cautelare per Hatroubi e ordinandone l’immediata liberazione.

Le argomentazioni della difesa di Hatroubi

Merito delle argomentazioni del difensore del giovane, l’abile avvocato Leopoldo Perone, che ha presentato una serie di memorie scritte evidenziando una serie di elementi che hanno poi spinto il giudice a ordinare la liberazione del suo assitito. Il penalista ha innanzitutto evidenziato lo stato di incensurato del suo assistito, che non annovera precedenti di polizia significativi e dimostrando poi che non è stata poi documentata la continuazione della frequentazione degli ambienti criminali da parte dell’indagato ed in particolare dei soggetti coinvolti nel procedimento. Inoltre l’indagato si sarebbe trasferito a Prato dove svolgeva attività lavorativa come documentato dalla difesa (attraverso le buste paga depositate relative ai mesi di agosto e settembre 2021) con memoria ed indicato anche nell’ordinanza di convalida del fermo emessa dal Gip del Tribunale di Prato. La difesa di Hathroubi ha dunque ribadito che l’indagato stava svolgendo in Toscana una lecita attività iniziando a lavorare a Prato, in un luogo ben distante da quello in cui si sono svolti i fatti, ad ulteriore dimostrazione di un probabile allontanamento dello stesso dal contesto delinquenziale dimostrando così che il giovane ha reciso i rapporti con le realtà criminali della zona di origine.

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L’articolo precedente: le minacce dei De Luca Bossa al parcheggiatore

“Se non fai come ti abbiamo detto io ti sparo nelle ginocchia”. Sono queste le minacce proferite dai De Luca Bossa e dai Casella ad un parcheggiatore abusivo presso l’ospedale del Mare di Ponticelli. I particolari sono contenuti in uno dei due decreti di fermo  per estorsione aggravata (l’altro interessa i ‘rivali’ dei De Martino ‘XX’) eseguiti dagli uomini della squadra mobile nei confronti dei ras del lotto 0. Tra i destinatari anche Luigi Austero detto Ginetto, indicato come reggente del gruppo e già detenuto per le bombe che hanno scosso nei mesi scorsi il quartiere. È il novembre dello scorso anno quando, secondo la ricostruzione della Procura, Christian Youssef Hathroubi avrebbe intimato al parcheggiatore abusivo di seguirlo presso il lotto 0 spiegando che quelli de suo gruppo lo vogliono parlare. L’uomo, quello stesso giorno viene portato al cospetto dello stesso Austero, di Nicola Aulisio, di Giovanni Mignano e di Giovanni Rinaldi. Austero, presentandosi come Ginetto, gli dice “Allora devi darci 150 euro a settimana se vuoi continuare a lavorare fuori all’ospedale del mare”. Al rifiuto della vittima lo stesso si appropriava di 35 euro minacciandolo: “Se domani ti fai vedere ancora in giro ti sparo nelle ginocchia”. A confermarlo lo stesso uomo in sede di denuncia.

Il profilo di Austero tracciato dal pentito

Rosario Rolletta, ex ras prima dei De Micco e poi dei De Martino XX’ ha deciso di collaborare con la giustizia dopo aver subito un agguato lo scorso novembre. In uno dei primi verbali è tornato su quegli attimi drammatici facendo nomi e cognomi dei presunti autori del suo raid. Tra questi Nicola Aulisio e Giuseppe Righetto ‘o blob, i primi arrestati per la guerra che da mesi sta imperversando su Ponticelli (leggi qui l’articolo). Oltre a loro Rolletta ha indicato, tra i componenti del commando, anche Luigi Austero, il famigerato ‘Ginetto’ indicato come uno degli attuali reggenti dei De Luca Bossa e arrestato per la bomba di via Esopo (leggi qui l’articolo).

Il racconto del pentito di Ponticelli: c’era anche Austero quella sera

«Dopo l’agguato ad Alì (Luigi Aulisio) si sparse la voce che potevo essere stato io uno degli autori del fatto perché quel giorno la Polizia mi fece un controllo in serata e non mi trovò a casa perché io ero fuori a festeggiare. Proprio per questo motivo ho subito un agguato. A spararmi furono Peppe ‘o blob, Nicola il figlio di Alì e Gigino Austero che viaggiavano a bordo di una Panda grigia da cui partirono i colpi. Insieme alla panda grigia vi era un’altra auto, sempre una Fiat Panda ma di colore rosso che tentava di bloccare la mia vettura, a bordo di questo veicolo vi era Luchetto e (…).  Ho saputo che nel momento in cui il clan De Martino ha fatto un’alleanza con il clan Casella-De Luca Bossa è stato riferito da esponenti dei De Martino che ero stato io a sparare ad Alì e che come “prezzo” dell’accordo loro mi avrebbero ammazzato».

Il particolare fisico

In un passaggio Rolletta si concentra sulla figura di Austero ricordando di essere sicuro della sua presenza quella notte a Ponticelli da un particolare fisico:«Dietro c’era Gigino Austero, nonostante i tre avessero volto semi coperto. Prima di quel giorno non l’avevo mai visto. Quando descrissi il soggetto a (….) mi disse che era sicuramente Luigi Austero in quanto ha la fronte molto sporgente». Dichiarazioni che adesso necessiteranno delle ulteriori verifiche da parte degli investigatori.

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