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domenica, Aprile 28, 2024
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Racket al titolare del bar ad Arzano, l’audio dal cell della fidanzata: “A me già’ m’ abbrucia ‘a cap’…”

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Cambiali per pagare il pizzo al clan Di Lauro. Così la vittima di un noto bar di Arzano dava i soldi agli estorsori. Era stato costretto dagli stessi a pagare 70mila euro in rate mensili da mille euro ciascuna, garantite da altrettante cambiali che la vittima ha dovuto sottoscrivere e consegnare ai presunti colpevoli. Ogni qualvolta la vittima pagava una rata si vedeva restituita una cambiale che quindi fungeva da garanzia per il pagamento stesso. Un vero e proprio calvario protrattosi fino al luglio 2022 allorquando l’uomo ha deciso di cedere l’attività, pensando che potesse cessare l’imposizione.

Ma ciò non avveniva. Infatti, nel mese di gennaio 2023, quando lo stesso ha aperto un altro bar in un’altra zona di Arzano, i suoi estorsori sono tornati alla carica, chiedendogli nuovamente la quota estorsiva e minacciandolo di morte al suo rifiuto. Con queste accuse questa mattina i carabinieri del Ros e della compagnia di Casoria hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare ai danni di Vincenzo Di Lauro, ai suoi luogotenenti Umberto Lamonica, Giovanni Cortese, Mario Cortese (figlio di Giovanni) e Gennaro Bizzarro.

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Come avveniva l’estorsione.

Ad ogni pagamento mensile in contanti, riscosso personalmente, presso il bar, da Bizzarro e Cortese, l’esattore di turno restituiva, dunque, alla vittima la cambiale con la relativa scadenza. La vittima ha raccontato di aver consegnato ai carabinieri 15 cambiali, dunque non meno di 15.000 euro, più ulteriori ratei scaduti successivamente, fino a luglio 2022, tranne forse l’ultimo o gli ultimi due, per i quali ricevette numerosi “solleciti” anche tramite terze persone.“A riscuotere mensilmente la cifra è venuto 4/5 volte Mario CORTESE, poi in genere sempre Gennaro BIZZARRO, altre volte veniva un certo Peppe, di circa 50 anni o qualcosa in più, che però veniva solo ad annunciare che il giorno dopo sarebbero venuti a riscuotere, mai a ritirare i soldi” – ha raccontato la vittima. Nel mese di luglio/agosto 2022 come ha detto, “dalla sera alla mattina” ha chiuso al Bar e non hapiù pagato. Non tutte le rate “scadute” erano state pagate, e che il citato Peppe, prima che chiudesse il mio bar era anche stato mandato da me a insistere per ottenere il pagamento”. Ha inoltre precisato che alcune cambiali, pur essendo state pagate, non gli furono riconsegnate – e quindi non le ha potute consegnare ai Carabinieri come le altre 15 – in quanto furono strappate, in sua presenza, al momento della corresponsione della corrispondente rata estorsiva da colui che veniva a ritirare il “pizzo”; e che circa 20 cambiali furono intestate ad una società uale società che la vittima sapeva essere gestita dal BIZZARRO.

 “Ho consegnato solo 15 cambiali, ma — come ho detto — ho pagato più rate, fino a luglio 2022. A volte capitava che, alla consegna dei soldi, loro mi presentavano la cambiale e, anziché consegnarmela, la strappavano in mia presenza. Come preciso in sede di rilettura, una o massimo due cambiali non le ho pagate, e loro andavano avanti ed indietro insistendo per il pagamento. Questo avveniva a ridosso della chiusura del bar, avvenuta a fine luglio — inizio agosto 2022”. “Le altre cambiali che ho sottoscritto, non consegnate ai Carabinieri, presumo che le abbia ancora Gennaro BIZZARRO a casa sua o comunque nella sua disponibilità”. 

Il rapporto estorsivo si è protratto, come si è visto, sino al luglio 2022, quando la vittima ha dismesso l’attività cedendola a terzi, in tal modo “illudendosi” di aver dissuaso gli aguzzini. Questi, al contrario, si sono nuovamente fatti vivi in queste settimane, a distanza di oltre un anno, presso la nuova attività commerciale gestita dimostrando di non essere interessati al bar  in sé ma al pagamento della somma mensile a titolo di estorsione. Nella notte tra il 20 ed il 21 ottobre, infatti, Mario CORTESE si è presentato al bar e, dopo aver inutilmente cercato la vittima registrava sul telefono della compagna di quest’ultimo un messaggio a lui destinato, contenente inequivocabili intimidazioni finalizzate a riprendere i pagamenti interrotti in precedenza

Il testo dell’audio

“ma nun c stai ?? ma o saie ca i nun face o uaglion ro salumier ca m vuo’ manna’ a naz e a ret ?? a peppe, ce rat o fatt e gennarin??…ca gennarin nun po’ aspett’ a te tati e mis … i nun pozz aspetta a te e fa’ e tarantell… i m sfaster …. a me già’ m brusc a cap... ca po i si nun t’aggia rispetta’ chiù’ mo to elise….ca nun stai capennpropr nient o fiat…comm a chill’atu fatt era veni’ tutt ejiuorn ofrat… quatt jiurne mo tre juorne…, ehhh o fraaa un t ven incontr e tutt maner…ma tu o fatt e gennarin…a chi vuliss manna a piglia’ o pepe co manna anz e a ret a pepp ce le a ra’ mo e sord...nuie nun amnia aspett’ semp a te tutt e mis e veni ca a fa e tarantell …i m sfaster i nun t rispett chiù’ ehh stai avvisat mo stai cu figli’t…i nun veng chiù nata vot ca’ mo e veni’ tu a do me…e si nun vien io nun t rispett chiù’ …stai avvisati!!”. 

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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