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sabato, Aprile 27, 2024
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Racket alla Maddalena, i Mazzarella evitano la stangata

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Poteva andare peggio anche perchè la Procura aveva invocato una stangata. I Mazzarella della Maddalena rimediano una sfilza di condanna ma non dell’entità richiesta in sede di requisitoria.
L’operazione risale al dicembre 2022 quando furono arrestate 25 persone: la complessa attività investigativa, coordinata dalla Dda, è stata eseguita, dal 2018 al 2021, dalla Squadra Mobile di Napoli e dal Commissariato Vicaria, anche attraverso monitoraggi tecnici. In quell’occasione fu scoperta una serie di episodi del gruppo impegnato per lo più in una diffusa attività estorsiva esercitata ai danni dei commercianti ambulanti presenti nella zona di piazza Mancini e nelle strade limitrofe. Tra le pene più severe spicca quella per il capoclan Massimo Ferraiuolo detto ‘Mortadella’ e per Alberto Virente che hanno rimediato rispettivamente 20 e 14 anni e sei mesi di carcere.

Decisamente meglio è andata per Gaetano Gemei: il ras, difeso da Leopoldo Perone e Antonio Rizzo, rischiava 15 anni di carcere ma i due penalisti sono riusciti ad ottenere la derubricazione della pena da promotore a mero partecipe ottenendo inoltre la continuazione con altra pena. Gemei alla fine è stato condanna a 10 anni e 8 mesi. I penalisti Perone e Rizzo incassano un altro importante risultato con Gaetano Della Porta che, da un’iniziale richiesta di 15 anni, ha rimediato 10 anni sempre con il riconoscimento della continuazione con altra sentenza. Importanti risultati anche per Salvatore Ferraiuolo e Giovanna Romaniello: Ferraiuolo, difeso da Domenico Dello Iacono, rischiava 18 anni e 8 mesi ma grazie alla strategia difensiva del suo legale ha ottenuto 10 anni e otto mesi con la derubricazione da promotore a mero partecipe. La Romaniello sempre difesa da Dello Iacono di anni ne rischiava addirittura venti ma ne ha ottenuti solo 10 sempre con il riconoscimento da promotrice a mera partecipe. Altro importante risultato quello per Daniele Riccio: il ras, difeso da Vittoria Pellegrino, rischiava una pena di dieci anni ma ne ha rimediati invece tre e sei mesi con derubricazione dell’imputazione in tentata estorsione.

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Riguardo le altre condanne vi sono i 12 anni per Antonietta Virenti, tre anni e sei per Maurizio Virente, 15 per Ciro Garofalo, 9 anni e quattro mesi Enzo Barattolo, 10 anni e otto mesi Gennaro Cappuccio, 14 anni e sei mesi Antonio D’Andrea, 9 anni e 10 mesi Salvatore Ricciardi, 9 anni Rosaria Liguori, 11 anni e otto mesi Pasquale Salvia. Assolti Francesco Cecero e Pietro De Filippis. L’inchiesta ruotava intorno alla figura di Massimo Ferraiuolo, nipote del boss Raffaele Stolder e cognato di Carmine Giuliano ’o lione, che dopo una lunga condanna era tornato nel quartiere organizzando il suo gruppo grazie anche all’appoggio di Antonietta Virenti, vedova del boss Vincenzo Mazzarella e madre di Michele, indicato come l’attuale reggente del gruppo. Fondamentale per gli arresti si è rivelato l’uso delle intercettazioni telefoniche e la visione delle immagini captate dagli impianti di videosorveglianza. Dalla lettura delle carte dell’inchiesta purtroppo è emerso che un solo cittadino straniero ha denunciato le estorsioni subite a fronte dei 200 venditori ambulanti taglieggiati.

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