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venerdì, Aprile 26, 2024
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Ragazze sfregiate con l’acido a Napoli, fermata una donna

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C’è una donna finita sotto la lente degli investigatori per il raid con l’acido di due notti fa su Corso Amedeo di Savoia a Capodimonte. Una donna che apparterrebbe alla cerchia familiare delle due sorelle di 17 e 23 anni raggiunte dall’acido mentre rincasavano. Si tratta di una zia delle due ragazze che, dopo essersi costituita in Questura, è stata sottoposta a fermo come indiziata di delitto e portata presso il carcere di Pozzuoli. Avrebbe ammesso di essere la responsabile del raid confermando la pista dei dissidi in ambito familiare. Indagini serrate quella degli uomini della squadra mobile (dirigente Alfredo Fabbrocini) e degli uomini del commissariato San Carlo all’Arena che avrebbero così chiuso il cerchio attorno alla donna su cui peraltro avevano già acceso i riflettori. La 22enne è stata ascoltata per molte ore in questura dal pm titolare dell’inchiesta, Giulia D’Alessandro, della sezione ‘Fasce deboli’ della Procura di Napoli, e i sospetti sul suo conto sarebbero diventati schiaccianti, oltre che per l’ammissione, anche per una serie di ‘riscontri oggettivi’.

Gli inquirenti sarebbero risaliti nelle scorse ore ad una serie di profili grazie ad alcune accuse lanciate via social che, in tal senso, si sarebbero rivelati determinanti. Particolarmente grave il reato ipotizzato, quello di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, reato che prevede pene tra 8 e 14 anni di reclusione. Dietro il movente potrebbe esserci una vendetta per questioni di tipo sentimentale. Il raid infatti si sarebbe materializzato dopo un post su Facebook di una delle due ragazze, post delle 23,58:«Peggio della bugia che ha le gambe corte, c’è l’invidia che ha la lingua lunga, lingua lunga ma di bugie… precisiamo». A riprova del clima di tensione anche un altro sinistro particolare: lo scorso 11 maggio la Smart di una delle sorelle è stata data alle fiamme: quasi un terrificante presagio di quanto avvenuto domenica notte. Un cerchio che adesso sta piano piano chiudendosi con altre persone che adesso potrebbero finire nel mirino degli inquirenti.

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