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venerdì, Aprile 26, 2024
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Reddito di Cittadinanza, Meloni ha deciso: “Solo queste categorie lo manterranno”

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beneficiari del Reddito di Cittadinanza saranno divisi in due categorie: da un lato i fragili, che dovrebbero continuare ad avere le somme spettanti, dall’altro gli occupabili, che invece non dovrebbero più ricevere alcun reddito. Ma come sono identificabili le due diverse categorie?

Stando alle parole della premier, coloro che sono in grado di lavorare non dovranno più ottenere il sussidio, a differenza dei fragili. Ma vediamo come riconoscere le due categorie.

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Occupabili: chi sono e come riconoscerli

Vediamo in primis chi sono e come possono essere riconosciuti i soggetti occupabili, ossia coloro che percepiscono il Rdc ma che potrebbero lavorare sia per età che per condizione di salute. Per identificare coloro che potrebbero lavorare, è necessario ricorrere ai dato dell’Anpal, l’Agenzia nazionale delle politiche attive per il lavoro.

Questa ha mostrato che, del totale dei 2,3 milioni di italiani coinvolti nel Reddito di Cittadinanza, sono solamente 660.602 coloro che potrebbero lavorare. A questi è pervenuto l’invito a sottoscrivere il Patto per il Lavoro, necessario per proseguire ad ottenere il Reddito.

Vediamo ora quanto è difficile trovare lavoro a coloro che risultano essere occupabili. Quello dei navigator, ossia i soggetti identificati ex lege il cui compito è quello di favorire l’occupazione dei beneficiari del Reddito, è un compito complesso e che fino ad ora ha portato scarsi risultati. L’associazione dei navigator ha inoltre fatto sapere che:

Sul reddito di cittadinanza l’intenzione del governo è ormai arcinota: togliere il sussidio a tutti i beneficiari che possono lavorare. Il principio a cui si ispira la maggioranza è che il Rdc deve diventare uno strumento rivolto solo a chi, per problemi di salute o altri impedimenti, non può trovarsi un lavoro. Tutti gli altri (e vale a dire disoccupati o inoccupati) dovranno invece farcela da soli. Per loro “la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro” ripetono da mesi gli esponenti di centrodestra. A Palermo i percettori sono circa 60 mila e in Sicilia quasi 230 mila.

I dati Anpal

Ebbene: quanti sono i beneficiari che rischiano di perdere il sostegno economico? Secondo i dati dell’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro, l’Anpal, i beneficiari del reddito di cittadinanza indirizzati ai servizi per il lavoro sono 919.916. Di questi, 173mila (18,8%) risultano occupati, 660mila (il 71,8%) sono tenuti alla sottoscrizione del patto per il lavoro. I restanti 86mila (9,4%) risultano esonerati, esclusi o rinviati ai servizi sociali.

Dei 660mila beneficiari soggetti al patto per il lavoro (dunque non occupati, non esonerati e non rinviati ai servizi sociali), quasi i tre quarti – il 72,8%, corrispondente a 480mila persone – non ha avuto un contratto di lavoro subordinato o para-subordinato negli ultimi 3 anni. I soggetti presi in carico dai servizi per il lavoro sono 280mila, pari al 42,5% dei 660mila soggetti al patto per il lavoro.

Verso la nuova riforma: gli scenari

Non c’è bisogno di fare molti calcoli: se la riforma andrà in porto oltre 650mila persone potrebbero perdere il sussidio. Certo, la nuova legge è ancora tutta da scrivere e non è affatto escluso che non verranno contemplate alcune eccezioni. Ad esempio nei confronti di quei disoccupati sopra una certa soglia di età (50 o 55 anni) che incontrano fisiologicamente più difficoltà nel trovare lavoro.

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